di Giuseppe Ardizzone
Dopo ventotto anni dalle ” Ferie d’agosto” trascorse nell’isola di Ventotene , Paolo Virzì fa trascorrere ” Un altro ferragosto” sulla stessa isola alle famiglie Molino e Mazzalupi, aggiornando l’immagine della società italiana che aveva descritto nel film precedente.
In “Ferie d’agosto” la famiglia borghese ” radical chic” dei Molino si scontrava con i bottegai popolani dei Mazzalupi, ormai conquistati dai contenuti Berlusconiani. A distanza di quasi trent’anni sono quasi gli interi valori della nostra repubblica costituzionale a rischiare di rimanere travolti a causa di una profonda crisi delle prospettive ideologiche della sinistra e dal risorgere del nazionalismo e delle simpatie verso l’estrema destra presenti in quasi tutta l’Europa.
Proprio Sandro( Silvio Orlando), il capo famiglia dei Molino , ultimo convinto rappresentante dei valori della sinistra , è rappresentato allusivamente e realmente come moribondo mentre cerca di raccontare l’esperienza ideale e rivoluzionaria che fu alla base dell’importante ” Manifesto di Ventotene” ispiratore ideale del progetto della Comunità Europea. L’unico a seguirlo è il piccolo nipote; mentre, il resto della sua famiglia e dei suoi amici è più interessato al proprio vissuto di relazioni e di sentimenti, spesso non felici.
La riunione di quel gruppo di persone è stata organizzata dal figlio Altiero, proprio per le condizioni di salute del padre, ormai morente.
Altiero è un ricco imprenditore del digitale ed ha per marito il fluido Noah. La moglie di Sandro, Cecilia ( Elsa Morante), si sente non amata ed infelice . Gli altri amici e parenti pur mantenendo una visione guidata dal senso del ” politicaly correct” sono accomunati da un senso di delusione e di morte senza una significativa fiducia nel proprio futuro.
I componenti rimasti della famiglia Mazzalupi sono ormai in qualche modo coinvolti con persone che si rifanno più o meno esplicitamente alla destra più estrema.
All’interno di questo quadro ,due sono i più forti messaggi che ci colpiscono . Il primo viene dal lamento privo di speranza del personaggio interpretato da Emanuela Fanelli , Daniela. Lei è una persona comune, ex moglie di Cesare ( Vinicio Marchioni) , un uomo del popolo che utilizza ed indirizza il successo nel web della giovane “Sabry” per averne un vantaggio economico e un successo personale, giungendo fino alla decisione di sposarla.
Daniela dopo aver assistito alla proiezione di un film in una piazza di Ventotene, nel momento in cui ha la possibilità di esprimere un suo commento comincia a ripetere senza riuscire più a fermarsi che “ la vita è uno schifo”, simboleggiando lo sconforto, la mancanza di speranza e di una visione positiva del futuro che alberga nell’animo di molta gente comune. Speranza che il mondo della sinistra non sembra essere riuscito a comunicare né a rappresentare alla povera gente.
Questo sembra essere il secondo messaggio, rappresentato in qualche modo dall’isolamento di Sandro Molino, che non riesce a trasmettere né a suscitare l’interesse per i valori in cui crede. Forse, gli suggerisce uno dei personaggi storici del passato, suoi punti di riferimento che gli appare in sogno, -“Forse…… non ascolti , non ti accorgi e non ami abbastanza chi ti sta intorno”
Ancora una volta Virzì affronta con profondità ed attenzione il mondo attuale , utilizzando il metodo narrativo della commedia all’italiana senza mai banalizzare i problemi rappresentati.
Ottimo il cast di attori e attrici : da Silvio Orlando a Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Vinicio Marchioni, Gigio Alberti, Emanuela Fanelli e tanti altri.