di Giuseppe Ardizzone
Le difficoltà presenti in questa fase della storia del nostro Paese e del quadro internazionale che lo circonda richiederebbero un profondo ripensamento globale sui sistemi di organizzazione sociale.
L’eredità culturale del secolo scorso ci ha lasciato alcuni modelli di riferimento importanti che andrebbero aggiornati sulla base dei nuovi problemi che ci troviamo ad affrontare. Primo fra tutti il pieno utilizzo della risorsa lavoro, intesa come completa espressione delle sue potenzialità umane, ed un adeguato investimento della ricchezza prodotta in un futuro rispettoso dell’ambiente e della persona.
La lezione socialdemocratica e cristiano sociale sono quelle che forse più di tutte sono riuscite ad interpretare meglio i bisogni delle persone realizzando, come diceva Einaudi, quella sintesi fra libertà individuale e socialismo necessaria per il benessere sociale. Il socialismo rappresentava il limite posto ad una libera iniziativa irrispettosa del bene comune; mentre, la libertà d’azione individuale rappresentava il limite nei confronti del controllo eccessivo e totalitario sul singolo componente della comunità. Senza la creatività personale e la possibilità di andare oltre ,nella sperimentazione, non vi sarebbe innovazione.
Non possiamo pensare che le soluzioni siano preconfezionate ed oggi si pone il problema , al contrario, di avere l’umiltà di ricominciare a riflettere e cercare insieme nuove soluzioni che permettano una nuova stagione di collaborazione sia all’interno delle nostre società che nei rapporti internazionali, sconfiggendo le tentazioni isolazioniste e protezioniste spacciate come risolutrici della corretta sete di sicurezza sociale ed individuale di ognuno di noi.
Venendo ai problemi del nostro Paese, non possiamo evitare di notare la pesantezza di una crisi economica perdurante che si accompagna ad una altrettanto grave crisi della cultura sociale e politica.
Ritengo che un’azione di governo che si ponga l’obiettivo di risollevare il paese in questo momento, dopo la brutta battuta d’arresto della sconfitta del fronte del SI al Referendum Costituzionale, non possa prescindere dall’affrontare le seguenti priorità:
A) PIANO NAZIONALE DEL LAVORO
Un polmone di lavoro che permetta di gestire insieme il fenomeno immigrazione e la disoccupazione italiana di lunga durata contemporaneamente alla ricerca di un lavoro continuativo con l’assistenza dei centri per l’impiego. Al contrario di una logica puramente assistenziale e di sussidio che espone poi le persone ad un contemporaneo ingresso in un mercato del lavoro illegale e marginale , l’inserimento di queste risorse produttive all’interno di un piano nazionale del lavoro ( con la creazione di squadre di lavoratori impegnate sia nella costruzione di alloggi popolari e di strutture sociali sia nella messa in sicurezza del territorio o nel recupero produttivo di aree agricole del demanio pubblico, nel settore dell’assistenza domiciliare verso anziani ,malati ecc. ecc.). potrebbe costituire un percorso d’integrazione sociale. Colmerebbe, inoltre, il vuoto prodotto dall’abolizione dell’art 18 restituendo al lavoratore la continuità della sua condizione di lavoratore pur all’interno di una mobilità d’impiego. L’integrazione al lavoro dei migranti, arrivati legalmente o illegalmente nel nostro paese, potrebbe poi essere il veicolo più opportuno per una loro reale integrazione ed il successivo ottenimento della cittadinanza.
B) RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE DEL LAVORO
Un altro intervento, su cui è necessario procedere, è quello della riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a carico delle imprese. In questo caso, è necessario prevederne il passaggio a carico della fiscalità generale.
C) RIFORMA FISCALE che operi con i seguenti strumenti:
i) tassazione specifica dello 0,20% sulle ricchezze finanziarie detenute dalla famiglie italiane. Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia le ricchezze finanziarie al 2014 ammontano, al netto delle passività, a ca. 2.991 miliardi di euro. Una tassazione aggiuntiva dello 0,20% (pari ad esempio a ca. 200 euro su di un montante di 100.000 euro) darebbe risorse per ca. 5,9 miliardi d’euro annui
ii) tassazione sulle transazioni finanziari;
iii) tassazione del 75% sugli utili delle istituzioni finanziarie ed assicurative relativi alle operazioni di derivati;
iv) tassazione patrimoniale progressiva sui patrimoni immobiliari superiori a 1M di euro;
v) tassazione progressiva sulle successioni ereditarie d’importo superiore a 1M di euro;
vi) riqualificazione spesa pubblica
vii) aliquote progressive IRPEF a partire dai 70.000 euro in su da cui si possono ricavare maggiori risorse annue di ca. 10MM;
D) RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Introdurre la gestione delle attività e delle prestazioni lavorative per obiettivi quantificabili e verificabili legando ad essi anche il sistema premiante. Introdurre anche nel settore pubblico le modalità dell’impiego privato compreso il possibile demansionamento, trasferimenti da un settore e l’altro della pubblica amministrazione e il trasferimento territoriale .Tutto questo accanto ad una completa revisione e riqualificazione della spesa pubblica
E) TUTELA DELLA MATERNITA’. Misure che aiutino le famiglie e le donne a gestire senza problemi la maternità senza limitazioni in campo lavorativo( penalizzazioni e licenziamenti) e con adeguati sostegni delle strutture pubbliche ( asili nido ecc).Prevedere misure anche nei confronti delle aziende che si trovano a sostenere dei costi maggiori per sostituire il personale in maternità. ( può essere proponibile anche l’utilizzo del personale coinvolto nel progetto di cui al punto A del Piano nazionale del Lavoro)
F) RIFORMA DELLA GIUSTIZIA . Maggiore responsabilità gerarchica sui PM e revisione del sistema carcerario ( con introduzione del lavoro obbligatorio come base per il recupero sociale delle persone) . Maggiore severità nell’applicazione delle pene specialmente in caso di omicidio.
G) PROGRAMMA D’INVESTIMENTI PUBBLICI , anche in sinergia con i privati, con particolare attenzione alla ricerca ed innovazione e valorizzazione del patrimonio culturale , artistico e paesaggistico del paese senza tralasciare la manutenzione e messa in sicurezza del territorio
H) sul piano internazionale MANTENIMENTO DELLA PERMANENZA ALL’INTERNO DEL PROGETTO EUROPEO ed impegno per una maggiore integrazione. Insistere sull’azione europea comune di contenimento dell’immigrazione con investimento nelle aree di partenza.
Attorno a questi otto punti è possibile tentare la mobilitazione delle persone volta alla creazione di un movimento collettivo d’impegno civile e politico per la rinascita del nostro Paese, dove ognuno possa trovare uno spazio per la realizzazione del proprio futuro.
Una società civile fondata sulla solidarietà , integrazione e sviluppo della creatività ed iniziativa personale all’interno di un progetto sociale condiviso di sviluppo e di crescita economica, nel segno del rispetto della persona e dell’ambiente.