di Giuseppe Ardizzone
Fare il bilancio di vita della generazione degli attuali cinquantenni, riadattando con amore per la storia del cinema alcuni spunti e scene del film “ C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, è la bella sfida intrapresa e, a mio parere, vinta da Gabriele Muccino con la sua ultima opera “ Gli anni più belli”.
Contrariamente alle generazioni precedenti ,ancora molto influenzate dalle ideologie, in cui il ritrovarsi insieme dopo il tempo trascorso era anche fare i conti con la realtà e i valori per cui avevano combattuto insieme , questa generazione entra in un vissuto dominato da una dimensione sostanzialmente individualistica che trova nell’amicizia l’unica possibilità di condivisione e di superamento dei problemi . Così come da ragazzi si starà insieme contenti di cercare le “ cose che ci fanno stare bene” . Gli anni più belli saranno sempre quelli che li vedranno insieme a sfidare e sognare il loro futuro: a qualunque età. Non vivono in una dimensione storico sociale o addirittura politica da cui si tengono invece sostanzialmente al di fuori. E’ pur vero che la loro amicizia nasce quando appena sedicenni Giulio e Paolo salvano Guido ferito nel corso di una manifestazione politica , ed è anche vero che Guido il sopravvissuto proverà una carriera politica nel Movimento cinque stelle ma queste esperienze ,pur importanti, resteranno marginali nello svolgimento della storia. Sarà molto più importante ricordare la voglia di vivere dipinta nei loro volti quando insieme, contenti, festeggiavano il primo viaggio con la rossa macchina usata che avevano rimesso a nuovo. Quella stessa gioia di vivere e di cercare “ le cose che ti fanno stare bene” che cercheranno ancora di provare quando la loro amicizia, dopo molti anni, tornerà ad unirli.
Il film ci mostra una generazione che si rimprovera mille errori e debolezze riguardo alla capacità di vivere il proprio ruolo personale e sociale; ma, questa è la rappresentazione della loro esperienza e la sfida di Muccino è quella di verificare se molti di loro si riconosceranno in questa narrazione.
Io credo di si, perché “gli anni più belli” appartengono a tutte le generazioni ed ognuno di noi può riconoscersi in questa tematica e nei problemi dei protagonisti . Problemi che, pur variando nel tempo, nei contenuti e nelle modalità, manterranno sempre lo stesso rapporto con la speranza di vita e di felicità che alberga in ciascuno di noi.
Muccino si circonda di un cast di attori molto bravi da Pierfrancesco Favino a Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria a cui si aggiunge il riuscito esordio di Emma Maroni alla sua prima esperienza cinematografica. Sorprendenti e meritevoli di citazione i giovani Francesco Centorame ( Giulio Ristuccia adolescente) , Andrea Pittorino ( Paolo Incoronato adolescente), Matteo De Buono (Riccardo Morozzi adolescente) e Alma Noce ( Gemma adolescente). Bella la colonna sonora del maestro Nicola Piovani e la canzone “gli anni più belli” del grande Claudio Baglioni .