di Giuseppe Ardizzone

Il vero problema da affrontare è che per la prima volta si dovrebbe pensare ad un bilancio europeo a debito con emissione di eurobond il cui rimborso potrebbe essere coperto in ultima istanza non dai singoli stati membri (che non ne avrebbero nessuna voglia ) ma dalla BCE ( debitore e garante di ultima istanza).
Una monetizzazione del nuovo debito comune , deciso insieme.
Ce la sentiamo di fare questo? Ci può essere interesse da parte degli stati membri di muoversi in tal senso?
In caso contrario di fronte ad una pesante crisi economica ed alla possibile sfiducia dei mercati su questo o quel paese , l’unica possibilità per quest’ultimo sarebbe quella di affrontare una possibile scelta fra due ipotesi non prive di gravi conseguenze politiche:
1) il singolo paese chiede aiuti finanziari al MES sottoponendosi a delle condizioni .
Potete immaginare il dissenso politico ed i contrasti che ne deriverebbero a meno che non fosse deciso di non porre condizioni. sarebbe a quel punto inevitabile muoversi su dimensioni modeste e non risolutive.
2) di fronte ad una crisi economica enorme e presenti forti difficoltà nel mercato dei capitali , la scelta di uscire dalla moneta comune e mettere in discussione il percorso di unità europea.
A mio parere queste sono due scelte davanti alle quali nessun paese europeo dovrebbe trovarsi.
Occorre mediazione , mediazione, mediazione e la possibilità di affrontare insieme la situazione con l’iniezione di una forte componente monetaria da parte della BCE.
L’occasione invece potrebbe, al contrario, aprire una stagione aurea europea se sapessimo non solo aiutare chi è in difficoltà, ma anche coinvolgere tutti in un progetto di sviluppo europeo sovranazionale.
Uno sviluppo economico improntato sulla ricerca scientifica e la rivoluzione digitale . Sulla produzione di energia da fonti alternative ed ecosostenibili. Sulla capacità di articolare una equa tassazione a carico delle multinazionali che operano sul territorio europeo.Sulla capacità di porci come interlocutore dello sviluppo del grande continente africano , Valutando finalmente la possibilità di omogeneizzare non solo il costo delle merci ma anche del lavoro nell’area europea e delle regole sulla disoccupazione.
Una strada lunghissima, se vogliamo, ma basata fondamentalmente sull’accelerazione dell’entità e delle caratteristiche di uno sviluppo che, da solo, nessun paese sarebbe in grado di gestire Bisognerebbe anche avere il coraggio di creare degli organismi sovranazionali incaricati di condurre e dirigere questi progetti con iniziative dirette e con poteri eccezionali conferiti dagli stessi stati membri . Queste grandi aziende sovranazionali dovrebbero rispondere del loro operato direttamente agli organismi decisionali europei.
Come sempre accade nei grandi periodi storici di mutamento, siamo di fronte a prospettive e possibilità contraddittorie e divergenti.
Abbiamo nelle nostre mani il nostro futuro; ma, esso non è delineato in alcun modo e dipenderà esclusivamente dalle nostre scelte.