di Giuseppe Ardizzone
Avevo desiderato conoscere questa città da tanto tempo. In essa erano ambientati momenti della storia dei nostri migranti italiani che, in cerca di una nuova vita, avevano attraversato l’oceano per andare in “ Ammerica”. Immagino quanto importante ed emozionante poteva essere stato per essi avvistare , dopo la lunga traversata in mare , i lineamenti della statua della libertà. Mi venivano in mente le tante pagine cinematografiche ambientate nella Little Italy ed i racconti di mio suocero e di un mio amico sui parenti emigrati a New York all’inizio del novecento. Il cinema e la letteratura continuano ad essere al centro della mia immaginazione su questa città. Mi passano davanti alla mente scene con Cary Grant e Doris Day sull’affollatissima quinta Avenue o di Jhon Travolta , De Niro o l’immancabile Woody Allen in relazione al ponte di Brooklyn. Vedo scatenarsi per le strade e gli spazi della città Fred Astaire e Ginger Rogers ed ancora Gene Kelly e Frank Sinatra che ballano e cantano , mentre la grande Liza Minnelli canta a voce piena “ New York , New York”.
Manhattan è il cuore della città e per me nessuno più di Woody Allen è riuscito a trasmettermi il suo amore per questo pezzo d’America. Per le sue strade , il Central park , la gente che ci vive e la musica che la pervade. Milioni d’immagini continuavano a passarmi per la testa ; ma, adesso, ero lì e questa era la cosa più importante.
Avevo trovato un comodo albergo sulla 29° strada , vicino alla quinta avenue e a Broadway ,che mi permetteva di spostarmi con facilità nelle varie parti di Manhattan. Non avrei mai pensato di potermi orientare così facilmente. In realtà tutte le strade disposte orizzontalmente e parallele l’una all’altra avevano una numerazione crescente man mano che salivano verso Times Square e ancora più in alto verso il Central Park. Esse venivano tagliate quasi al centro dalla quinta strada mentre le altre avenue longitudinali avevano tutte una numerazione ovviamente più alta o più bassa di questa. Solo alcune avenue longitudinali non erano numerate come ad esempio Broadway e Madison Avenues.
Era un pomeriggio piovoso ,nonostante fossimo nel mese di maggio, ma valeva comunque la pena iniziare ad esplorare la città. La prima immagine fu subito quella dell’Empire State Building , forse il grattacielo simbolo di questa città , che sbucava alto fra gli altri edifici .

Quante persone sono salite sulla cima del grattacielo!
Lo stesso enorme gorilla KING KONG ha scelto la sua vetta per dominare la città; ma , la scena che mi è rimasta nel cuore è quella del film “Insonnia d’amore” in cui Sam( T.Hanks) e Annie ( M. Ryan) s’incontrano e si riconoscono sulla terrazza dell’Empire State Building a New York.
La mattina dopo decidiamo di fare il giro della città utilizzando la proposta di una organizzazione turistica specializzata. Il punto di partenza è sulla quarantatreesima strada che raggiungiamo facilmente a piedi risalendo lungo la quarta avenue.
Sbrigate le varie formalità saliamo in un Autobus dedicato alla gita con accompagnatore in lingua italiana che inizia a descriverci i luoghi che andremo a visitare.
La prima tappa è Ground Zero la zona dove avvenne il terribile attentato alle torri gemelle, l’11 settembre 2011. In quel triste giorno due dei sette edifici del World Trade Center vennero distrutti dall’attacco di due aerei dirottati dai terroristi del gruppo di Al Qaeda provocando quasi un migliaio di vittime.
Ricordo che appresi la notizia ,mentre ero al lavoro, con una telefonata di mia moglie. Mi disse che erano state interrotte le trasmissioni e stavano dicendo che un aereo si era schiantato su una delle torri gemelle di New York. Da li a pochi minuti, mentre parlavamo, un secondo aereo si era abbattuto ancora sulle torri lasciandoci ammutoliti.
Fu difficile elaborare quel disastro che ebbe poi tremende conseguenze umane e politiche.
Appena arrivati la prima cosa che ti colpisce sono le “ Reflecting Absence” .
Così sono chiamate le due grandi vasche costruite dove vi erano le fondamenta delle torri gemelle. Al centro di ognuna vi è un grande quadrato dove cade l’acqua senza che si veda il fondo. Lungo il bordo sono incisi i nomi delle vittime.

Accanto al parco, monumento realizzato in ricordo delle vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001 : “ il il 9/11 Memorial “, è stata costruita la” Freedom Tower” o “One World trade Center” un grattacielo di 104 piani che ha sostituito le torri gemelle.

Poco distante si può vedere una costruzione che è uno dei simboli della rinascita della speranza a New York ,costruito ed ideato del celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava .L’edificio, comunemente chiamato Oculus , evoca con la sua forma una colomba bianca. La costruzione, completata nel 2016, è conosciuta anche come World Trade Center Transportation Hub e ospita al suo interno una stazione di collegamento fra le linee della metropolitana, i treni PATH , che collegano al New Jersey , e l’Hudson Ferry Terminal. Lungo i suoi piani si sviluppa anche il più grande centro commerciale di Manhattan: il Westfield World Trade Center.


Continuando il giro programmato ci dirigiamo verso The Battery, un parco pubblico situato sulla punta meridionale di Manhattan , di fronte al porto di New York , e delimitato ad ovest dal fiume Hudson. Da una zona circostante, nota come South Ferry partono diversi traghetti fra cui quello di Staten Island e diverse imbarcazioni verso il monumento della statua della libertà.

Ci imbarchiamo sul piccolo veliero che ci condurrà verso la statua della libertà. Lasciamo la costa e cominciamo a solcare il mare .
Quale emozione vedere pian piano la statua diventare sempre più grande e vicina!
Eccola lì, davanti a noi , che alza la sua fiaccola, simbolo della libertà del nuovo mondo, in cielo!
Chissà quanta gente ha provato una profonda emozione nel vederla così vicina , alla fine di un lungo viaggio,a promettere un mondo nuovo e una vita migliore con maggiori opportunità!

Chissà come sarà stata, dopo, la loro vita?
Il nonno di mio suocero arrivò a New York agli inizi del novecento. Trovò un lavoro , si sposò , ebbe dei figli ma dopo la prima guerra mondiale e la morte della moglie tornò in Sicilia lasciando a New York una figlia già sposata.
Quante storie simili vi saranno state!?!
E non solo vissute da italiani , ma da gente che era arrivata da tante parti del mondo a cercare fortuna.
Torniamo verso terra dopo questa breve ma intensa visita alla Statua della libertà. Riprendiamo il nostro giro e passiamo da Wall Street. Oltre ad ammirare i vari palazzi e la sede della Borsa notiamo la famosa statua del toro che rappresenta lo spirito positivo della Borsa e viene sempre citato nella fasi di crescita dei valori azionari.
Il giro continua e così arriviamo ad un quartiere che per noi italiani è quasi un luogo di pellegrinaggio : Little Italy. Posto nella Lower Manhattan era abitata da molti italo americani , napoletani , siciliani ,pugliesi che successivamente dagli anni cinquanta in poi cominciarono a trasferirsi in altri quartieri più periferici come il Bronx , la maggior parte a Brooklyn ed anche a Staten Island. Little Italy si è andata sempre più riducendo a beneficio dei quartieri circostanti ,primo fra tutti Chinatown.
Entrando nella via principale di Little Italy ,tuttavia, guardando i nomi dei ristoranti e della famosa pasticceria “Ferrara” la mente torna indietro alle immagini del passato : personalmente mi sembra di vedere passare per la strada il giovane Corleone nei panni di Robert De Niro .


Immancabilmente per i più golosi la pasticceria “ Ferrara è decisamente irresistibile!


Gustate parte di quelle meraviglie, diamo uno sguardo a quei tipici palazzi ornati dalle scale esterne di emergenza e ci allontaniamo da Little Italy per completare il nostro giro organizzato.

Torniamo nella parte centrale di Manhattan : nella 36° strada dove si conclude il Tour e ci dirigiamo verso Times Square .
L’impressione è forte! Decine e decine d’insegne luminose fanno da cornice alla piazza ed alle strade che in essa confluiscono tra cui la Broadway Avenue con i suoi famosi teatri dove sono stati rappresentati gli spettacoli più famosi del ‘900.




Passiamo accanto all’Hard Rock Cafè e ci allontaniamo verso l’Hudson Yards per vedere il famoso Vessel che da qualche anno è diventato uno dei nuovi simboli di New York.

Il Vessel sorge all’interno di quello che potrebbe essere definito quasi un nuovo quartiere della West Manhattan, ovvero Hudson Yards. La sua costruzione è iniziata nell’aprile del 2017 ed è stato inaugurato il 15 marzo 2019. L’opera è stata progettata dall’architetto Thomas Heatherwick e prevede oltre alla struttura del Vessel a nido d’ape alta ca. 46 metri anche un parco con un centro commerciale , un residence , un Hotel , un grande giardino , ristoranti e un parco giochi.

Usciti dal parco ci avviamo all’interno del percorso della High Line in direzione Chelsea. La High Line è stata realizzata sulla sezione meridionale in disuso della West Side Line , un tratto di ferrovia sopraelevata che corre lungo il lato occidentale di Manhattan per oltre due chilometri .La sua realizzazione è relativamente recente se pensiamo che i lavori sono iniziati nel 2006 e l’ultimo troncone è stato aperto al pubblico solo nel 2014 , mentre l’ultimo breve tratto di intersezione sovrastante la 10ª Avenue e la 30ª strada, è stata aperto nel 2015.
Questo esempio di riqualificazione urbana è estremamente piacevole da osservare anche se nella mia fantasia pensavo ad un percorso più spettacolare .


E’ comunque piacevole spostarsi a piedi per questo percorso ed incontrare alla fine sulla 10° avenue questo murale del brasiliano Eduardo Kobra con la rappresentazione di così grandi artisti come Andy Warhol, Frida Kahlo, Keith Haring e Jean Michel Basquiat .

E’ la New York capitale dell’arte e della cultura mondiale degli anni sessanta e settanta che questo murale mi fa tornare in mente quando anche la musica ed i suoi concerti richiamavano l’attenzione di tutto il mondo sugli USA e l’urlo di Ginsberg era il manifesto della generazione Beat.
C’inoltriamo nel quartiere di Chelsea e, complice una pioggia continua, ci rifugiamo all’interno del Market che è una delle realtà più caratterizzanti di quest’area.
E’ rilassante girovagare fra piccoli punti vendita , ristoranti tipici e bar mescolandosi con i residenti , sentendosi per un attimo “ ammericani e sperando d’incontrare, magari, Diane Keaton ferma davanti ad una vetrina.
Adesso si è fatto tardi e decidiamo di rientrare in albergo per cambiarci ed uscire per la cena , sperando che la pioggia smetta di tormentarci.

Per la cena , con tutto il rispetto per l’interessante cucina americana , avevamo pensato di andare per la 5° avenue verso Madison Square , nelle cui vicinanze è presente “ Eataly” per gustare un piatto di pasta all’italiana.
Specialmente la sera , con i palazzi illuminati sullo sfondo, la passeggiata è molto piacevole sia all’andata che al ritorno , soddisfatti per aver gustato un piatto di pasta e dei dolci della cucina italiana.

L’indomani percorriamo la 5° Avenue e svoltiamo verso il Rockefeller Center, un gruppo di 19 edifici commerciali a poca distanza dalla zona del Central Park , tra cui i più importanti sono sicuramente il radio City Music Hall e il Rockefeller Plaza building di 70 piani e alto ca 266 metri ed in cima al quale vi è il Top of the Rock: un punto di osservazione da cui si gode un fantastico panorama di New York.

Attorno agli edifici e lungo le strade di collegamento si possono osservare delle fontane con delle statue e dei giardini .


Ed anche una cioccolateria molto interessante

Ritorniamo sulla 5° Avenue con l’intenzione di andare a visitare il Moma; ma prima, come sfuggire al fascino di una “ Colazione da Tiffany”?

Si , è vero , Audrey Hepburn è andata via; ma, nella nostra mente e nei nostri cuori, rimane indimenticabile e guardare le vetrine di Tiffany nel cuore di Manhattan non può non riportarci alle stupende scene del film di cui è stata la grande protagonista.
A questo punto ci dirigiamo verso il Moma e ci immergiamo all’interno della struttura per osservare alcune fra le più importanti e belle opere d’arte dei maggiori pittori dell’arte moderna.
Ci sono quadri che è un privilegio vedere di presenza.
Parlo delle “ Demoiselles d’Avignon “ di Picasso

Oppure della “ Notte stellata” di Vicent Van Gogh

Dell’ incredibile “ La persistenza della memoria “ di Salvador Dalì

O ancora “ Fulang Chang e io” di Frida Kahlo

E’ stata una prima parte della giornata lunga ed interessante, dedicata in particolare alla visita del Moma, il museo d’arte moderna . Nel pomeriggio, andiamo a vedere uno dei simboli di questa città “ Il Central Park” e ci fermiamo un momento accanto al suo orologio , più volte apparso nelle immagini dei films di Woody Allen.

Subito dopo. continuando il nostro percorso all’interno del parco, accanto a tante persone dedite allo jogging o a passeggiare insieme ai propri cari, arriviamo alla fontana con il vicino laghetto che rappresentano un po’ il punto centrale del parco e dove molti si divertono a fare un giro nelle piccole barche.

Non molto lontano c’è una parte del Parco dedicata a John Lennon


E’ stata una bella giornata ! A domani!
Oggi abbiamo deciso di visitare Harlem con un piccolo giro organizzato da un operatore turistico locale. Ci muoviamo comodamente su di un bus a partire dalla 43° strada, dove era stato fissato l’appuntamento per l’inizio del giro.
Dopo una visione d’insieme del quartiere, il bus ci fa scendere sulla strada principale, nelle vicinanze del teatro Apollo dove si sono esibite le più grandi star del jazz


Sul pavimento sono presenti delle targhe commemorative di alcuni grandi artisti


Lasciato il teatro, passeggiando lungo i viali, possiamo inoltre ammirare degli splendidi “ murales” , alcuni disegnati anche sulle saracinesche.


Guardando i passanti ci accorgiamo che vi è una fortissima presenza ispanica . che si è ormai aggiunta stabilmente alla popolazione di colore, tradizionalmente presente nel quartiere.
La nostra guida ci porta, adesso, ad assistere ad una funzione religiosa con canti gospel.


Bisogna ammettere che lo spettacolo a cui si assiste è sempre toccante e la qualità della musica e la bellezza del canto ci coinvolgono.
Finito il giro, ritorniamo alla base di partenza sulla 43° strada e rimaniamo in zona centrale a goderci il pomeriggio fino a sera quando ritorniamo verso Madison Square dove troviamo un piccolo ristorante gestito da un milanese che ci regala una cenetta veramente squisita.
Seduti comodamente al tavolo, ragioniamo sul da farsi e restiamo tutti d’accordo di dedicare l’indomani mattina alla visita del ponte di Brooklyn
La scelta giusta è stata quella di farci portare dal taxi al Brooklyn Bridge Park, un parco sul lato del East River con grandi prati verdi, alberi ,sentieri e larghi spiazzi attrezzati con una vista spettacolare sul ponte .



Dal parco è stato facile godere del panorama del ponte seduti comodamente in una panchina e rivivendo scene come quelle osservate nel film “ Manhattan” o in “ New York , New York”., per poi successivamente cercare l’entrata pedonale e fare una piccola passeggiata indimenticabile sul ponte

NEW YORK , città ampia , complessa , moderna , dinamica e piena di attività .
E’ vero, la sua storia è recente e rispetto alle città europee si nota subito una minore presenza di monumenti, edifici e tracce del passato.
Il suo fascino è giocato tuttavia tutto sulla sua capacità di essere stata sicuramente la capitale del mondo nella seconda metà del secolo scorso e di battersi ancora per mantenere questo primato.
E’ stato sicuramente interessante vedere
NEW YORK …… NEW YORK