di Giuseppe Ardizzone
Quando l’amoralità sconfina nell’immoralità diventa, come sempre, motivo di sofferenza per le persone che ne restano coinvolte e ne subiscono le conseguenze.
Quasi sempre la persona ”amorale” si erge a paladino di un processo mentale e sociale liberatorio dai vincoli e dall’osservanza di leggi inutili ed ipocrite ; ma , accade, spesso, che il suo desiderio di libertà possa portarlo inevitabilmente alla mancanza di rispetto nei confronti degli altri. Egli potrà giudicarlo anche necessario, perché quelle persone vengono percepite come portatrici inconsapevoli ed involontarie di una sottile violenza nei suoi confronti; ma, a volte, il puro soddisfacimento delle proprie pulsioni non è di per sé corretto ed inevitabile .
Ognuno di noi potrà rifiutare qualunque ipocrisia o dovere nato da uno schema di potere o da valori che non condivide; ma, alla fine, il suo rapporto con gli altri dovrà pur fondarsi su di una reciprocità su cui dovrà creare una nuova morale, con la definizione di criteri di rispetto dell’altro e di valori condivisi .Quando, invece, il soddisfacimento dei propri bisogni ed impulsi viene sempre prima di tutto , è difficile, per la stessa persona, distinguere i confini fra l’amoralità e l’immoralità.
Quante volte abbiamo potuto osservare questo atteggiamento attorno a noi ?!?
Specialmente accanto a dichiarazioni di sedicente liberazione da regole definite fondate sull’ipocrisia?!?
Non so se il dolore di scoprire questo atteggiamento nelle persone a lei più care divenne talmente opprimente ed insopportabile da indurre Eleanor Marx ad interrompere precocemente la sua vita !
Certo è che, comunque, il principio della “ verità” era stato sempre il criterio guida della sua vita , del suo impegno sociale e della valorizzazione della donna; pertanto, scoprire che le persone che più amava e di cui era disposta a tollerare anche l’amoralità , l’anticonformismo , il disprezzo per regole ritenute inutilmente vincolanti , in realtà, tradivano la sua fiducia con comportamenti incoerenti , irrispettosi della sensibilità altrui e quindi in realtà profondamente “ immorali”, poteva produrre un dolore profondo.
La vita di Eleanor Marx( detta affettuosamente Tussy) è stata ricca d’ impegno e di militanza all’interno del movimento socialista internazionale .La sua preparazione culturale fu ampia ed approfondita per essere stata sempre molto vicino al padre ed, in particolare, la sua biografa ufficiale , Rachel Holmes, ha scritto che “l’intimità infantile di Tussy con [Marx] mentre scrisse il primo volume del Capitale le ha fornito un approfondito fondamento della storia economica, politica e sociale britannica: Tussy e il Capitale crebbero insieme“.
Si è interessata molto anche alla letteratura ed al teatro ed è stata la prima a tradurre in inglese “ Madame Bovary” di Gustave Flaubert. Intorno agli anni del 1880 ritenne che anche l’attività artistica e teatrale potesse essere utile alla propaganda e conoscenza dei valori del “ femminismo socialista” e nel 1886 eseguì una leggendaria interpretazione di “ Casa di Bambola” di Henrik Ibsen a Londra, nella parte di Nora Helmer, insieme ad Aveling nel ruolo di Torvald Helmer e George Bernard Shaw in quello di Krogstad.
Come può una donna di questo livello restare talmente coinvolta in una storia d’amore appassionata con Edward Aveling da decidere di togliersi la vita?
Questa è probabilmente la domanda e la questione principale trattata nel film Miss Marx ( 2020) scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, presentato in concorso alla 77° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed ormai presente nelle sale cinematografiche italiane.
La Nicchiarelli ritorna con una sua opera nelle sale cinematografiche dopo averci regalato, in precedenza nel 2017, l’interessante film “Nico, 1988” ,incentrato sugli ultimi anni della cantante Christa Päffgen, in arte “ Nico” . Con questo film aveva partecipato alla 74 mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia vincendo il premio come Miglior film nella sezione Orizzonti. In seguito, ha ottenuto il David di Donatello . 2018 – per la Migliore sceneggiatura originale.
Nella realizzazione del film “ Miss Marx” è aiutata dall’ottima e sofferta interpretazione del personaggio di Eleanor Marx da parte della brava attrice inglese Romola Garai. E’ interessante anche la capacità della regista di inframezzare, all’interno della storia, immagini e filmati di momenti storici reali, come ad esempio quello della “ Comune di Parigi” , o l’utilizzo dirompente dei brani musicali della colonna sonora eseguiti dal gruppo musicale torinese “Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo” ,che ne è anche l’autore insieme alla punk rock band americana dei “ Downtown Boys” .
Un film che non si limita alla presentazione storica del personaggio di Eleanor Marx ma che, nelle intenzioni della regista, desidera toccare alcuni problemi e questioni sempre attuali all’interno dell’universo femminile: “ La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i clichés del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri.”