di Salvatore Venuleo

Abbiamo dovuto spazzar via invenzioni ed inganni costruiti in secoli: denaro, mercato del lavoro, pensione, studiare in giovane età, lavorare fino ad una certa età, etc. Poi abbiamo ricominciato da zero. Dai bisogni delle persone marziane e dal lavoro utile per soddisfarli. Anche da noi, nella nostra preistoria, si pensava che mandare in pensione un marziano liberasse un posto per un giovane marziano e si pensava che le macchine ci rubassero il lavoro e insomma sciocchezze simili a quelle cui ancora indugiate. La proprietà privata dei mezzi di produzione è sulla Terra, oltre che una ingiustizia, un’anarchica distruzione di talenti e di ricchezza. Abbiamo studiato i vostri conflitti. Voi considerate normale che il proprietario assuma chi vuole o chi gli è raccomandato. Però non accettate che sia libero di licenziare. Spendete tempo e risorse in cause giudiziarie interminabili. E spesso distruggete risorse per tenere in vita imprese inutili pur di non licenziare perché nessuno è tenuto ad assumere chi perde il posto. Mentre al contempo poco vi occupate di chi è fuori dal mercato del lavoro. Fa più rumore da voi un licenziato che non mille da sempre senza lavoro. Da noi ogni marziano ha un portafoglio, aggiornato fino all’ultimo giorno di vita, una costellazione di saperi o competenze con astri più brillanti ed altri meno fra loro connessi. La società vi prende ciò che serve e viceversa ogni lavoratore sceglie a quali bisogni rispondere col proprio lavoro. C’è una mediazione, un punto di incontro, e c’è un sistema di inventivi/disincentivi per facilitare un incontro consensuale; chi accetta di spostarsi di luogo o di lavoro è premiato. Per noi è assodato da tempo che la disoccupazione, permanente problema di voi terrestri, è un non senso. Infatti gli studiosi della vostra civiltà ancora si chiedono perché mai preferite pagare persone per non far nulla piuttosto che pagarli per produrre beni e servizi.