di Giovanni De Sio Cesari

Aspetti logici semantici

 Che nessuno possieda la verità è frase generalmente accettata con il corollario che chi non dubita sia uno sciocco. In effetti, che non esistano certezze può essere semplice per chi non approfondisce l’argomento; ma, se si va un pò più a fondo, nascono un’ infinità di problemi non tanto logici quanto esistenziali di cui noi in genere non abbiamo coscienza.

Cominciamo quindi con qualche osservazione di carattere logico e semantico senza le quali, a nostro parere, il discorso diventa incomprensibile. Si pensa comunemente che anche se non esistono certezze, tuttavia possiamo essere certi di quello che vediamo: ad esempio se vediamo il sole non possiamo dubitare che esso esista. In realtà, possiamo essere certi solo che lo vediamo, non della sua esistenza fuori di noi: quest’ultima sarebbe una affermazione di realismo ingenuo, come dicono i filosofi .

Infatti:

 1. Non è affatto vero che vediamo il sole. Quello che noi vediamo è una rielaborazione psichica di stimoli elettrici che passano per il nervo ottico provenienti dalla retina che riceve onde elettromagnetiche ( non sappiamo nemmeno cosa siano esattamente l’elaborazione psichica , le correnti elettriche e le onde ecc. ecc. )

 2. Noi vediamo il sole muoversi e invece è fermo e le stelle che vediamo sono quelle di milioni di anni fa. Potrebbero anche non esserci più da milioni di anni.

3. Tutta la filosofia orientale si basa sull’idea che il mondo è solo apparenza e vacuità. Da noi l’idealismo, che ha dominato per un secolo, si fonda sull’inesistenza della materia e che nulla esiste al di fuori dello spirito. Idee del genere sono comunque comuni fin dall’ antichità greca.

Ma diciamo allora che, almeno e purtroppo, la morte è certa; ma non si può dimostrare né deduttivamente né induttivamente che tutti gli uomini muoiono. Il fatto che abbiamo visto sempre che un fatto accade non ci assicura affatto che esso accade sempre (abbiamo sempre visto i corpi cadere verso il basso ma non è vero anzi non esiste nemmeno un basso ).

Celebre il raccontino di Popper : una gallina dopo cento mattine che ricevette il cibo dedusse la legge che ogni mattina avrebbe ricevuto il cibo; ma quella era la mattina di Natale e invece di ricevere il cibo divenne essa stessa cibo. Più realisticamente potrebbe anche avvenire che in futuro si trovi un rimedio all’invecchiamento biologicamente programmato. D’altra parte, i cristiani credono che la Madonna non sia morta ( dormizione, si dice) e che gli uomini presenti al giudizio universale non moriranno e comunque tutti risorgeranno. Si può pensare che si tratti comunque di astrazioni, di giro di parole , di casi limiti.

Si racconta che un console romano ( gente pratica), a cui un greco spiegava la teoria della impossibilita del movimento, confutò la teoria uscendo. Ovviamente, il romano non aveva confutato nulla e capito nulla. Non si dubita che vediamo gli oggetti muoversi ( che Achille raggiunga la tartaruga) ma si dimostra che logicamente questo sarebbe impossibile. Questo indica che la nostra cognizione comune dello spazio deve essere in qualche modo errata. In realtà, effettivamente, noi abbiamo visto nell’ambito scientifico come la comune esperienza spesso ci inganni

La scienza antica, in effetti, era una razionalizzazione della comune esperienza ; ma la scienza galileiana afferma proprio quello che alla comune esperienza e al senso comune sembra errato ( il geocentrismo,  l’aria pesa, la caduta dei gravi e cosi via). La cosiddetta nuova fisica ( che ha più di un secolo) afferma addirittura l’inconcepibile, (relatività del tempo, matematiche non euclidee, le particelle semplici, il principio d’indeterminazione e così via). L’ intelligenza umana è diversa da quella animale proprio perché va al di la della comune esperienza, inventando modelli che nella realtà non esistono, ma che pure ci fanno capire la realtà sia in ambito matematico che comune. Infatti, non esistono triangoli ma solo oggetti che si avvicinano a triangoli, come non esiste il cane in generale ma solo singoli cani, tutti diversi; quindi, il matematico che parla di triangoli o l’uomo comune che parla di cani, parlerebbero di nulla . Essi parlano di modelli che non esistono nella realtà materiale ma che pure ci fanno capire gli oggetti materiali. Il discorso che facciamo sulla certezza e sulle sue contraddizioni non è una stramberia, ma va alla radice di ogni nostro convincimento.

Vi è pure una aporia da superare: se io dico che non esistono certezze ma se questa è una certezza, allora non è vero che non esistono certezze e cosi via.

Si tratta di una variante dell’aporia del VI secolo a. C ( pare che i Greci hanno sempre detto tutto) “il cretese Epimenide dice che i cretesi mentono sempre”. Semplificando: io sto mentendo, ma se io sto mentendo vuol dire che dico la verità; ma se dico la verità sto mentendo e cosi via per cui la frase è impossibile. Per sfuggire al non-senso bisogna che si dica: fino ad ora nessuno mi ha dimostrato nulla con certezza.

Esistono le certezze  

Tuttavia, se fossimo pure spiriti contemplanti noi potremmo dubitare di tutto e continuamente senza mai fermarci di dubitare, perché non è mai possibile giungere a certezze e nemmeno a quella che non ci sono certezze.

Se noi fossimo puri spiriti contemplanti allora potremmo fermarci al fatto che non abbiamo certezze, ma nella vita non possiamo non scegliere. E quindi lo scetticismo viene contemperato del probabilismo. E’ vero che la medicina che mi prescrive il medico può farmi male ( a volte avviene realmente), ma è più probabile che mi faccia bene e quindi la prendo. Spesso, ma non sempre, il probabilismo rende il fatto che non abbiamo certezze un fatto puramente teorico. Poiché dobbiamo vivere non possiamo sempre e continuamente dubitare di tutto, ma dobbiamo assumere, dopo un esame più o meno ampio, come vere alcune cose e in base ad esse affrontiamo la vita e la morte e compiamo imprese a volte grandiose e sacrifici talvolta estremi. Chi ha solo dubbi non vive.

Quindi se è vero allora che gli uomini non possono raggiungere certezze, tuttavia, a livello di vissuto, hanno ugualmente bisogno di certezze. Alcune di esse derivano dall’orizzonte culturale in cui vivono ( per esempio la religione, i principi etici ) altre sono invece personali (amore, amicizia).

 Che accadrebbe se un marito dubitasse continuamente della fedeltà della moglie, perché comunque non può averne mai la certezza, anche se non ha nessun elemento per dubitarne?

E più in generale nessuno farebbe niente di impegnativo se non ne ha la certezza. Paolo di Tarso se avesse dubitato non avrebbe sviluppato il cristianesimo ne avrebbe affrontare il martirio: infatti cita la aporia del mentitore come un sciocchezza.

Noi comunque distinguiamo fra le nostre conoscenze quelle certe ( la terra è rotonda) da quelle incerte ( mi conveniva comprare l’auto che ho comprato) Diciamo meglio fatti e opinioni A livello personale poi noi abbiamo delle certezze ( mia moglie mi ama) e altre no (forse mio figlio farà carriera ) Tuttavia in un certo ambito ( nel caso: quello comune) che ci sia il sole e che moriremo va considerato certo ma solo in quell’ambito, non sono certezze in assoluto. Nel linguaggio comune noi identifichiamo le certezze con i fatti e le incertezze con le opinioni.

Schematicamente quindi non esistono certezze e quindi tutte sono opinioni D’altra parte tutte le opinioni sono ritenute certe da chi la sostiene

Dove sta allora la differenza?

Nel dialogo: diciamo certezze ( o fatti) quelle in cui tutti i parlanti credono e opinioni quelle in cui NON tutti credono: che Dio esiste è una certezza in un convento francescano, una falsità in un circolo anarchico e diventa una opinione se si incontrano un francescano e un anarchico.Noi diciamo fatti (scientifici o meno) quello su cui tutti siamo d’accordo e opinioni quelle su cui non siamo tutti d’accordo. La differenza fra fatti e opinioni è quindi sempre relativo ai parlanti, per estensione a un certo ambito culturale. Ad esempio sul fatto che un sasso cade a terra fino al 700 tutti erano d’accordo che avveniva perché il basso era il suo luogo naturale, dal 700 invece si parlò di gravitazione universale , da Einstein si passo alla curvatura dello spazio. Quindi a seconda dei tempi le tre teorie erano verità scientifiche e nei tempi intermedi ( spesso molto lunghi) solo delle opinioni.

Noi diciamo che è un fatto (certezza scientifica) che l’acqua è H2O perché  nessun chimico lo mette in dubbio: ma il fatto che alcuni  vaccini facciano male non è considerato scientifico perché sostenuto da una minima parte di medici che potrebbero magari anche aver ragione (magari lo si riconoscerà fra 100 anni , chi sa )

Un punto importante del discorso è che non si può tracciare una linea di divisione fra chi dubita e chi non dubita. Tutti in vario modo e tempi dubitiamo e non dubitiamo, abbiamo certezze che diventano falsità e falsità che diventano certezze Quello che conta veramente è il confronto con gli altri nel quale noi ci rendiamo conto che ci sono altri punti di vista, altre certezze, altre incertezze. Il dialogo è importante per il bambino come per il filosofo e lo scienziato perché ci porta a capire la infinita interpretabilità della realtà che supera infinitamente la nostra personale limitata interpretazione