di Laura De Barbieri

Credevamo di esserci liberate. Credevamo di essere sulla buona strada, una strada ormai tutta dritta e segnata bene, senza più irragionevoli divieti. E invece no.

Noi, che da sempre lottiamo contro ogni tipo di discriminazione, nel rispetto delle scelte personali di tutti, sostenendo le differenze in fatto di orientamenti sessuali, ci troviamo oggi demonizzate se ci dichiariamo “donne”.

Si, perché se il termine non è fluido non passa. Ma guarda caso il sesso maschile è esente da questi problemi, unicamente propri delle donne. Ancora una volta, le donne e solo loro, destinate all’ombra e a scomparire.

Vogliamo veramente dimenticare che sono queste donne nate con corpo di donna ad essere state sempre e ancora vendute, barattate, violentate e sfruttate sessualmente, uccise e sterminate, donne alle quali vengono ancora preclusi diritti, professioni e sport, e le quali sono ancora obbligate a portare costumi costrittivi?

Quando tutta la nostra storia, tutto il nostro dolore è taggato a potenziale transfobico, abbiamo a maggior ragione l’obbligo di raccontare alle nostre figlie e ai nostri figli le tappe di questa storia. Per non dimenticare, non possiamo lasciare che il concetto di fluido ci risucchi perché ci sta portando via. E la  nostra identità non è un’opzione, e la nostra fantastica storia sarà sempre nuovo punto di partenza per il nostro divenire.