di Mario Pizzoli

Non lo nego. Come migliaia di altri individui, ognuno a modo suo, non lo nascondo, ho superato la soglia dell’indignazione, e quello che provo ora è dolore. Un terribile, lancinante, profondo dolore.
Ci sono due argomenti che mi lasciano sgomento legati alla terribile infamia dell’invasione in Ucraina.
Il primo è il dolore. Provo un senso di oppressione che non mi abbandona mai in questi ultimi giorni. Pensando all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma dovremmo dire da parte del tiranno oligarca Putin, provo un immenso dolore. E lo provo pensando a come oggi, magari questa mattina, debba sentirsi un cittadino Ucraino che si sveglia, e non ha certezza che possa arrivare vivo alla fine della giornata. Ho cominciato a pensare a cose terribili. Ti svegli e pensi “potrebbe oggi essere stato il mio ultimo risveglio?”. Pensi al fatto che nei giorni scorsi eri li magari (come altri milioni di persone) a maledire che devi alzarti ogni mattina per andare al lavoro per guadagnarti da vivere, ed oggi non solo quel lavoro non esiste più, ma tutto ciò per cui hai lottato potrebbe già essere distrutto, o non essere più operativo e non darti più da mangiare. Pensi che devi proteggerti, ma magari devi proteggere tuo figlio, che ti guarda piangendo di paura e ti chiede quando finirà. Pensi ai tuoi genitori, che magari sono in un’altra città, e maledici te stesso per non averli riabbracciati, e non sai, letteralmente NON SAI, se avrai l’occasione per farlo. Pensi ai tuoi amici, a quelli con cui condividi le giornate, e non sai più nulla di loro, e non sai francamente se potrai riabbracciarli e scherzare più con loro. Insomma, provo un profondo dolore ad immaginare come debba sentirsi oggi un cittadino Ucraino che fino a ieri cercava, si sforzava, di fare una vita normale. Vedere il proprio mondo, la propria piccola oasi di normalità andare in pezzi, non può non avere impatti devastanti sulle persone. Lo ha su di me, un borghese italiano che si esprime su internet, figuriamoci quanto debba essere moltiplicato per chi lo vive sulla propria pelle, e senza, ripeto SENZA averlo provocato in alcun modo.
L’altro è la Libertà. Si dice spesso che le cose si apprezzino dopo che ci si accorge di averle perdute. Ecco, la Libertà è fra queste “cose” essenziali. Sapere di essere invasi, di poter perdere la propria libertà di sottostare al volere folle di un tiranno che cerca in ogni modo di soddisfare la sua ambizione con ogni mezzo è devastante.
Vivere l’idea di essere “annesso” a qualcun altro non può non essere una coltellata nel cuore di ogni cittadino Ucraino.
Non ha importanza quanto forti o deboli siano le ragioni della Russia, non importa quanto strumentali o concrete le sue preoccupazioni, nulla, e dico NULLA può giustificare l’invasione militare e l’uso dei tank e delle bombe che solo morti possono causare, non accordi. E possibile che EU e USA abbiano le loro responsabilità, magari guardando addietro nel tempo, ma ripeto, NULLA può giustificare la decisione di ricorrere alle armi. E lo testimoniano le affollate proteste nelle città russe di chi non condivide affatto questo stato di cose.
A me rimane un senso di dolore sordo, inarrestabile, depressivo, unito alla consapevolezza di non poter fermare, né minimizzarne l’impatto, questa guerra stupida e insana.
E rimane il senso di impotenza nel constatare che l’invasione in Ucraina è solo l’ultima delle migliaia di guerre più o meno piccole, e più o meno lontane, che devastano il nostro pianeta, e la vita di centinai di migliaia di individui, cui noi, colpevolmente, non degniamo più di alcuna attenzione. Ricordiamolo, dopo che l’Ucraina sarà fuori pericolo, e battiamoci tutti perché prima o poi non ci siano più conflitti. Come in Ucraina, ma come nel resto del mondo. Una guerra non è mai la soluzione, semmai parte del problema stesso.