di Angelo Pizzuto
Prima di vedere questo film ‘ripassatevi’ il Caso- Moro di Sciascia (uno spettatore all’uscita)
Marco Bellocchio, per una serie televisiva di committenza Rai, torna da diversa angolazione alle tematiche già affrontate con “Buongiorno notte”. Gli “anni di piombo” vissuti da chi a quel tempo gestiva il Potere. O si apprestava a farlo.
Sarò fermo a Perry Mason, al Maigret di Gino Cervi (o a quello, magnifico, di Bruno Cremer),ma l’esperienza mi porta a dire che un episodio-televisivo può dirsi tale se dotato di senso compiuto. Più ambiguo, equivocabile il passaggio alle ‘serial’ che impongono fidelizzazione in cambio di video-poltrone (per sonnecchiare).
E dunque, basteranno sei- puntate-sei per diluire (famelicamente? Definitivamente?) gli intrighi, le ragioni recondite ed inconfessabili del rapimento Moro? Il suo “intrigo internazionale”?
Non secondo le logiche della ricostruzione cronachistica – pare- ma “sfruttando la maggior libertà” offerta dalla durata filmico-seriale – che al momento imporrebbe, anzi impone, una sospensione di giudizio, avendo visionato solo due ore e tre quarti della maratona Rai, in onda da ottobre.
Servendosi con austerità dignitaria e meticoloso, pacatissimo “procedere” di ambientazione e costumi (che rimandano ai Palazzi del Potere frammisti di bassezze e solennità), “Esterno notte” procede (bene suggerisce Paolo Mereghetti) come una specie di “ipertesto” in cui ciascun episodio, coniugandosi al precedente consentirebbe di approfondire indole e personalità di ciascun personaggio (da Cossiga a Paolo VI, da Andreotti al Card. Casaroli) “in rapporto” ai legami o ai dissapori che lo “legavano” allo statista mite e volitivo.
Alla vigilia del Compromesso Storico (che vide Aldo Moro operare, convergere e prudentemente divergere da Enrico Berlinguer), assistiamo alle difficili manovre che dovrebbero far da sponda quindi convincere i “compagni duri e puri” (nonostante le disillusioni staliniane e d’Ungheria) ad accettare l’astensione ad un governo di monocolore, finito in tragedia, a via Fani, proprio la mattina in cui doveva presentarsi in Parlamento per il voto di fiducia.
Questi i fatti, nella loro essenzialità, preceduti da un ‘pianeggiante’ prologo in cui Moro (reso asciutto e mestamente perplesso dal sempre poliedrico Fabrizio Gifuni) vive, in apparente normalità, i suoi rapporti familiari e le ipocrisie di partito. Il film, sino ad ora, non fa cenno a quello che, a metà degli anni settanta, Alberto Ronchey aveva già individuato (e ben sintetizzato) nel Fattore K.
Secondo cui, stando agli equilibri geopolitici successivi al secondo conflitto mondiale, a nessun partito occidentale di ispirazione marxista la Nato e il Patto Atlantico avrebbero mai consentito qualsiasi partecipazione ai “poteri esecutivi”. Vedremo in seguito….
Per adesso concentriamoci sulla reazione che Cossiga e Paolo VI, intarsiati da Bellocchio con generosa umanità (ed egregiamente resi da Russo Alesi e Toni Servillo) ebbero al momento: “dovettero agire”. Ed a quanto si prodigarono affinché (anche tramite riscatto in danaro) l’ostaggio venisse liberato e restituito ai suoi cari.
Cesellato ma dilatato più del prevedibile, “Esterno notte” si congeda dal pubblico in sala lasciando qualche dubbio sulla potenziale ‘tenuta’ di quelle che saranno-diluendo il brodo telematico- quasi sei ore di proiezione. Per il sedentario e spesso distratto pubblico dei serial, trastullato da inserti pubblicitari e trailer di programmi in gestazione.
Sia detto, ma senza pregiudizi…. Ma se il ‘mezzo’ è già ‘contenuto’, la crisi del grande schermo sta cronometrando il suo salto nel vuoto, nel libero mercato (prendere o lasciare) di Netflix e Amazon?
Esterno Notte-Un film di Marco Bellocchio. Con Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi. Prod. Italia 2022
