di Giovanni De Sio Cesari

Capita spesso che personaggi che hanno avuto una grande popolarità, ma i cui programmi non sono stati  realizzati, vengano assunti al ruolo di ” Padri della Patria ”  anche se, in realtà, il modello da essi propugnato è uscito del tutto sconfitto  dalla storia reale. I nuovi governanti infatti non hanno interesse a condannare una figura prestigiosa: molto meglio canonizzarlo, farne una icona e in qualche modo dichiararsi suoi continuatori mentre, in realtà, si è andati in tutta altra direzione.

 Ma la politica ha sempre bisogno di miti!

 E’ il caso per esempio del nostro Mazzini. l’Italia, nata dal Risorgimento, non aveva niente a che fare con quella sognata da Mazzini: egli voleva la “repubblica” (non nel senso comune, attuale del termine) ma una società senza autoritarismi che faceva paura ai” benpensanti”  e invece l’Italia dei Savoia era fortemente autoritaria, fortemente diretta dai benpensanti. Mazzini  soprattutto vedeva la libertà d’itala come aspetto della libertà di tutti i popoli e invece il regno di Italia divenne nazionalista, colonialista aspirava  a diventare una potenza e fu alleata a lungo fedele di quell’Impero austriaco che era la negazione degli ideali mazziniani.

Non per caso  Mazzini formalmente era un ricercato nella nuova Italia; eppure poi è stato presentato  come il grande apostolo dell’unità italiana a tante generazioni di  italiani, soprattutto attraverso la scuola.

Ogni libro  di lettura delle scuole elementari  riportava qualche brano  del Grande Apostolo ma nessuno avvertiva che in realtà il suo programma era uscito sconfitto  nel processo storico e si fingeva che invece esso fosse stato pienamente attuato : non solo gli alunni ma anche i maestri non  se ne rendevano affatto conto .

Stesso discorso si può fare per Gandhi il cui mito forse è più forte in Occidente che nella stessa India. In realtà, il suo programma non era caratterizzato dall’indipendenza dell’india, tutti la richiedevano  . Gandhi voleva  un’India in cui convivessero pacificamente tutte le fedi; ma, appena gli Inglesi  lasciarono il potere  scoppiarono invece tremende   lotte fra mussulmani e indu. Ci fu la più grande  pulizia etnica della storia durante la quale ci furono un  milione di morti ,  si dice, ma in effetti nessuno li ha mai  potuto contare. e poi ancora tre guerre e tuttora uno stato di tensione che continua ancora dopo 60 anni.  

Dal punto di vista economico  Gandhi  sostenne sempre un’economia tradizionale, da piccolo villaggio con telai domestici  (negli ultimi anni trascorreva molte ore egli stesso a lavorare  su un telaio a mano per dare l’esempio); ma  il suo programma economico del piccolo artigianato, delle reti di villaggio non è mai nemmeno partito, tanto apparve subito ai suoi stessi strettissimi seguaci del tutto impraticabile.

Eppure, Gandhi viene considerato da ogni indiano come il padre della patria e la sua memoria à sacra.

 Forse l’esempio veramente più clamoroso è quello di Mao in Cina. In effetti, la Cina moderna ha del tutto abbandonato la strada del Grande Timoniere: il paese del comunismo intransigente , della rivoluzione permanente delle Guardie Rosse  che tanto fece sognare i giovani del 68 e tanto spaventò i buoni borghesi occidentali. La Cina  moderna è quanto di più lontano si possa immaginare dal pensiero di Mao, ha  adottato un capitalismo spinto come mai si era visto nello stesso Occidente .  Eppure, incredibilmente il suo mausoleo è sempre  meta di sentiti pellegrinaggi, rimane sempre il “grande timoniere”  che non si discute, si ammira.

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