di Maria Grazia Di Michele

Dopo tanto , troppo tempo, ieri sera, con in dosso la mascherina , sono tornata al CINEMA.

Poca gente in effetti, un’ atmosfera un po’ triste, quasi da The Day After … Il film che abbiamo scelto io e le mie due amiche è SICCITÀ di Paolo Virzì, forse il film meno adatto all’ attuale momento storico ( sociale, sanitario, esistenziale);ma, forse, è questa drammatica attualità che rende il film necessario, quasi indispensabile.

La sensazione di guardare un documentario, contrasta però con i colori esasperatamente giallognoli che esasperano a loro volta il senso di sete e di arsura che ti stringono la gola. I personaggi assetati che animano la storia ( che, come mia abitudine, non racconto) ci fanno riflettere su noi tutti: le loro vite, i sentimenti, i legami, le paure, le debolezze, le solitudini, le piccolezze, i privilegi, sono quelli di sempre, a prescindere dalla siccità o dall’ epidemia. Gli insetti che animano alcune scene, silenziosi e fotofobici, sono le nostre paure più segrete e viscerali, le nostre allucinazioni.

Alcuni personaggi sono come deformati dalla sete e dal dolore( come il letto del Tevere). Belli invece, ma solo esteriormente, rimangono i ricchi, i privilegiati. Ma meravigliosamente vivi e autentici solo la giovanissima musicista e il richiedente asilo, bellissimo ragazzo di colore. Solo loro la luce di speranza…

Chiaramente non svelerò il finale!!

Tecnicamente, attori bravissimi, colori e fotografia straordinari.

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