di Giuseppe Ardizzone

In questi giorni assistiamo addolorati alle continue esecuzioni per impiccagione a cui sono sottoposte le persone che hanno avuto il torto di manifestare contro il governo iraniano scontrandosi contro i Basiji.

Mai come in questo momento, pertanto, vedere il film di Mohammad Rasoulof , dal titolo italiano “ Il male non esiste” (Sheytān vojud nadārad)  ci dà degli elementi importanti di ulteriore comprensione  della società iraniana e dei suoi problemi.

Il film affronta un tema importante: ci parla del fatto che le persone incaricate di eseguire materialmente l’esecuzione possono in larga misura essere dei giovani militari che stanno svolgendo la leva obbligatoria.

Queste persone si trovano, pertanto, personalmente coinvolte nell’uccisione di un essere umano, condannato a morte dal governo iraniano, senza aver mai potuto scegliere di svolgere quel ruolo . Siamo in presenza di una leva obbligatoria  da assolvere da parte dei giovani iraniani ,  senza la quale  non  potranno godere  di diversi  diritti.

Questi giovani spesso vedranno sconvolta la loro vita, messi davanti all’obbligo di eseguire questo atto che possono ritenere inumano.

Se solo per un attimo immaginassimo che una cosa del genere potesse succedere a noi o ai nostri figli, resteremmo sgomenti; invece, questo succede normalmente in Iran ed il film di Rasoulof ha il merito di farcelo sapere  e di raccontarci come, in ogni caso, la vita di queste persone ne resti sconvolta.

Rasoulof ha presentato   il film al Festival di Berlino del 2020 vincendo l’Orso d’oro come miglior film;ma non ha potuto ritirare personalmente il premio in quanto si trovava agli arresti domiciliari a Teheran, con il passaporto confiscato, dopo che a settembre 2019 aveva partecipato negli USA al Telluride Film Festival.

Qualche giorno dopo la premiazione, Rasulof è stato poi condannato ad un anno di carcere in Iran e ha ricevuto il divieto di girare film per i prossimi due anni. La condanna è stata determinata da una  sentenza che ha ritenuto tre dei suoi film “propaganda contro il sistema” nei confronti del governo iraniano.

Insieme a Jafar Panahi , a cui è legato da una bella amicizia e da un reciproco sostegno per la realizzazione dei loro progetti cinematografici, Rasulof rappresenta una delle voci artistiche più critiche nei confronti del governo e della cultura dominante   di cui   auspica insieme a tanti uomini e a tante donne , che manifestano con coraggio  nelle strade e nelle piazze iraniane cantando anche la nostra “ Bella Ciao”  e l’inno di libertà del popolo cileno “ El Pueblo unido jamas sera vencido” , un profondo cambiamento.

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