di Giovanni De Sio Cesari

I primi atti del governo Meloni non sembrano corrispondere al programma elettorale presentato e gridato, potrebbe sembrare una  prosecuzione del governo Draghi di cui il partito di maggioranza relativa, sotto la guida della Meloni, si è opposto fieramente per tutta la sua durata.

La flat tax che sembrava la bandiera principale si è ridotta a un semplice ritocco, il reddito cittadinanza,  la bestia  nera della destra (i soldi ai fannulloni)   sarà ritoccata ma in seguito e comunque sostituita da altra misura analoga.  Soprattutto la  Meloni che gridava che  avrebbe  fatto finire la pacchia all’Europa si è allineata strettamente alla UE  e all’atlantismo più ortodosso. 

Del blocco navale non se ne parla più, anzi Salvini non ha avuto l’agognato  ministero degli interni e d’altra parte i profughi continuano a sbarcare.

Rimane qualche segnale, non  molto di più: fra di essi il decreto anti rave, che  a parte che è scritto male come gli stessi estensori ammettono,  è anche ridondante perché la legge già c’era:  comunque  è un fatto marginale, non certo un mutamento epocale

Non mi pare che ci siano dubbi sul fatto che quanto detto in campagna elettorale non corrisponda a quanto poi si sta facendo: la Meloni, unica oppositore di Draghi, ora fa una finanziaria che potrebbe essere attribuita a Draghi:

Faremmo innanzi tutto una considerazione  generale.

 Le scelte VERE nella vita delle nazioni come delle singole persone sono rare: nelle maggior parte dei casi, se si vuole essere ragionevoli, la via da seguire è già tracciata, si può correre un pò in più o in meno , andare ai bordi o al centro
In teoria siamo liberi: io posso sempre non andare più al lavoro , e l’Italia può sempre dichiarare guerra all’Europa intera ma sono scelte folli, irrazionali
. Il fatto che la gente abbia votato per una certa cosa non significa che quella cosa sia ragionevole : può anche essere che la gente non si è resa conto delle conseguenze.
Nel caso, ad esempio, la flat tax non è cosa ragionevole perché siamo sull’orlo della crisi finanziaria con la BCE che non compra più i nostri titoli come ai tempi belli di Draghi

Analogamente si può pensare  seriamente che possiamo non essere atlantisti?
Siamo nel sistema economico e politico del mondo più progredito, esportiamo per la massima parte in esso, abbiamo la moneta unica: staremmo meglio in una alleanza economica politica con la Cina o magari con l’india , o nel mondo arabo ?
Certo c’è chi è più o meno atlantista ma bisogna essere comunque atlantista

Possiamo veramente abolire  tout curt il  RdC lasciando senza mezzi milioni di persone:  sarebbe socialmente insostenibile

Anche se a costo zero, il blocco navale di cui parlava Meloni, non si può fare per tanti  altri motivi di politica nazionale internazionale . 

Certo,  gli ambienti governativi ripetono che ci sono cinque  anni di tempo per realizzare il programma e occorre solo rimandare, essere prudenti in un momento difficile.

Però è facile prevedere  che non si tratta di situazioni contingenti, che spariranno come nebbia al sole. In realtà non è pensabile che nei prossimi  avremo ridotto sostanzialmente  il nostro  debito pubblico, anzi sembra il contrario, , cosi come non avremo una piena occupazione da rendere inutile e superato il RdC.

E non è che l’anno prossimo spariranno le ragioni  che  rendono il blocco  navale  impossibile.

Non è che solo la destra meloniana ha fatto cosi. Il fatto è che dalla opposizione pare tutto facile, ma quando si arriva al governo ci si scontra con la realtà e anche le più sentite ragioni svaniscono come nebbia al sole. Si pensi  per all’esempio clamoroso dei M5S, di come hanno capovolto la loro impostazione dal momento in cui sono entrati effettivamente nell’area del governo.

Qualcuno dice che è mancato il coraggio, la determinazione : ma se per coraggio si  intende una spinta irragionevole senza badare alle conseguenze allora sarà pure  vero: però a me  pare  molto meglio che  questo governo ( qualunque governo) almeno sia ragionevole.

Si discute  se la Meloni avrebbe dovuto fare quanto promesso o adeguarsi alle condizioni oggettive: io sono per la seconda opzione, altri per la prima.

In teoria occorre mantenere quanto indicato nella campagna elettorale , non si debbono fare promesse che poi non si possono mantenere : nella realtà non si vincono le elezioni se non si dice quello che la gente vuole sentire

A me  non pare che le elezioni si vincano o si perdano in base al mantenimento delle promesse elettorali ma in base a quello che si fa (o meglio che succede durante il governo)
Nel caso : se Meloni mantenendo le promesse della flat tax portasse l’Italia a una crisi finanziaria o addirittura al default sparirebbe dalla vita politica Se invece, non mantenendo affatto le proposte elettorali, riuscisse comunque a migliorare la vita del paese, sarebbe popolare e rivincerebbe le elezioni
La base della democrazia è che gli elettori riconfermano o cambiano i governi a secondo che giudichino  la loro azione positivamente o negativamente.
Ha scarsa importanza il mantenimento del programma: la gente approva un programma perchè crede che sia un fatto positivo, che migliorerà la situazione; ma, se invece la realizzazione di esso la farà peggiorare, allora incolperà il governo, cercherà un altro
 programma votando la opposizione.

Ora nell’esempio precipitare il paese nella bancarotta non sarebbe certo approvato nemmeno da quelli che volevano la flat tax .Per questi motivi  i governi spesso si rimangiano la maggior parte della proposte fatte in campagna elettorale : è una dei limiti della democrazia. In fondo i governi che si succedono nei vari paesi democratici non è che poi siano tanti diversi perché il contesto rimane : cambiano le sensibilità , le accentuazioni che poi hanno la loro importanza.

Il votante dovrebbe valutare ( e in genere lo valuta) se i programmi sono fattibili o meno Ma certo il votante valuta poco : è questo il limite fondamentale della democrazia

Bisogna  anche  notare che un governo andrebbe giudicato dopo cinque anni: purtroppo la instabilità dovuta alla legge elettorale proporzionale non da questo tempo e allora il governo pensa solo all’ immediato per prepararsi alla prossima elezione.

La instabilità politica portata dalla legge elettorale rende difficile qualunque giudizio su un governo che non solo dura poco ma è appoggiato da forze eterogene per cui per durare deve fare poco.
La soluzione sarebbe stata quella proposta da Renzi ( o altre simili) ma per ridicoli cavilli la corte costituzionale la dichiarò incostituzionale.

La critica fondamentale alla democrazia fin dai tempi di Platone è che le decisioni in ultima analisi vengono prese dagli incompetenti, dalle casalinghe di Voghera ( perche di Voghera poi?). Il che è vero per cui essa è possibile dove vi è un certo sviluppo culturale e prosperità ma non funziona in paesi arretrati ( africa, mondo arabo)
Per questo si dice che la democrazia è la peggiore forma di governo escluse tutte le altre: quali sarebbero infatti le alternative reali ? Un regime teocratico, una monarchia per diritto divino, una dittatura alla Hitler, un regime alla cinese . un emirato arabo?

Allora con tutte i suoi limiti, la democrazia è preferibile a qualunque altro regime sperimentato nella storia.

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