di Giovanni De Sio Cesari

I funerali di stato del Presidente emerito  della Repubblica Giorgio Napolitano hanno incontrato il cordoglio unanime di tutte le forze politiche  italiane e anche straniere (perfino di Putin) e unanime è stato  l’apprezzamento per la sua lunga azione politica, senza grandi differenze fra quelli che lo sostennero e quelli che  gli furono avversari. Tutto ciò però su un piano  ufficiale: al di la di esso,  non tutti i giudizi sono stati positivi e soprattutto sui social si sono diffuse a ruota libera accuse per essere stato fascista in gioventù, poi  comunista  fino ad approvare l’intervento sovietico in Ungheria, di essere poi passato dalla parte delle democrazie occidentali,  degli americani, della Ue .  Da ciò nasce poi, in sintesi,  l’idea che sia stato un opportunista  secondo le convenienze del momento.

Non intendiamo qui esaminare la lunga e complessa azione politica di Napolitano, ma vorremmo brevemente chiarire la differenza che c’è fra essere coerente  ed essere impermeabile alla esperienza , come si dice con termine desunto dalla filosofia  delle scienze.

Essere coerente significa che ,in un dato momento, le idee in cui si crede siano fra di loro compatibili e con esse sia pure compatibile l’azione politica che si svolge.  Impermeabile all’esperienza (locuzione usata ad esempio, per i cultori nella magia) significa invece non tener conto dell’esperienza, pure quando essa è chiara ed evidente nel mostrare la falsità delle nostre idee ; la possiamo definire anche fanatismo.

Ora ,è evidente che solo gli stupidi non cambiano idea. La visione politica va sempre adeguata al momento storico perché quello che era adatto ai Romani può non essere adatto a noi, quello che valeva 50 anni fa ora può essere senza valore.

 Se l’esperienza mostra con evidenza il fallimento di  dottrine politiche, come avvenuto per il fascismo  e poi del comunismo, e l’emergere  dei valori del mondo occidentale,  chi non è fanatico, chi vede la realtà e non le fantasia, è ovvio che passi dal fascismo e dal comunismo ai sistemi occidentali.

Applichiamo questi concetti a Napolitano.

 Napolitano  fino a 19 anni rimase fascista, non partecipò alla  Resistenza, ma era iscritto alla Gioventù Fascista. Nell’età del consenso, un pò prima della guerra, tutti erano fascisti ad eccezioni di piccoli gruppetti; ma ,si era fascista perché si credeva che avrebbe portato, come diceva Mussolini, vittorie in terra. in mare e in cielo e fatta grande la patria. Quando portò. invece. sconfitte in terra, in mare e in cielo senza fine, alla distruzione della patria, allora essere ancora fascista non mi sembra coerenza ma impermeabilità all’esperienza.

Napolitano è nato nel 1925, quando era ragazzo, come tutta la sua generazione educato in una società totalitaria ( come si diceva allora ) era ovviamente fascista e quindi si iscrisse alla gioventù fascista ( si occupava di cinema, mi sembra, nemmeno di politica propria ).

Quando  l’esperienza  della guerra mostrò le assurdità del fascismo, una piccola parte rimase fascista definendosi coerente, ma in realtà direi solo impermeabili alla esperienza , mentre gli altri confluirono nel comunismo e nei partiti di centro, DC in testa.

Dario Fo, ad esempio, addirittura si arruolò proprio come volontario nell’esercito della RSI come paracadutista. Ma questo nulla toglie al suo pensiero posteriore, al suo impegno. Era della generazione di Napolitano , non poteva che essere fascista.

Anche Togliatti, che possiamo giudicare come vogliamo, ma era persona intelligente, volle il “muovo partito di massa” accogliendo tutti e non escludendo gli ex fascisti (come avrebbero voluto i fanatici) altrimenti non si sarebbe  formato il grande PCI.

O vogliamo credere alla favola che i fascisti era una piccola minoranza che si imponeva alla grandi masse a furia di manganellate: sono sciocchezze propagandistiche smentite da ogni ricerca storica  seria.

Analogamente,  si era comunista negli anni 50 perché si pensava che avrebbe portato prosperità e libertà a tutti (addà venì baffone) : ma quando è apparso chiaro che aveva portato povertà e oppressione come mai nella storia, essere comunista non significava essere coerente ma essere impermeabile alla esperienza. Oggi  siamo in un altro mondo in cui il comunismo è solo un ricordo terribile e proletariato e borghesia in senso marxiano non esistono.

Si era comunista quando la maggior parte della intellighentia, dei giovani, di quelli che avevano grandi ideali vedevano nel comunismo il sol dell’avvenire
Napolitano approvo la repressione del 56 in Ungheria e come   molti tanti, soprattutto fra gli intellettuali, continuarono a credere nel comunismo e in Togliatti : Se il comunismo era il bene assoluto, la rivolta ungherese non poteva che essere un complotto dei cattivi capitalisti che avevano ingannato i proletari ungheresi.

Anzi, nel 68 abbiamo una rinascita degli ideali comunisti che poi finirono negli anni di piombo.

Con il senno di poi noi del terzo millennio sappiamo che il comunismo fu una delle maggiori catastrofi dell’umanità ( se non proprio la maggiore).
Quello che non è davvero comprensibile è che c’è ancora qualcuno che nell’anno del signore 2023 non ha capito ancora questa lezione della storia.

Le categorie marxiane ormai non corrispondano più alla realtà: mi pare quindi che giustamente  Napolitano adeguò la visione politica alla realtà effettiva non a quella che ormai non esisteva più.

Anche la accusa di essere opportunista è priva di ogni e qualsiasi fondamento

Gli opportunisti sono quelli che non seguono le proprie opinioni ma fingono di seguire le opinioni che gli possono giovare : i profittatori, quelli che cambiano casacca a seconda della convenienza
Napolitano non mi pare certo uno di questi ma uno che ha compreso il mutare dei tempi, che ha compreso soprattutto ciò che la esperienza storica ha mostrato
In fondo è stato sempre nelle minoranza , del PCI come altrove: aveva sempre idee un pò diverse da quelle del mainstream, l’esatto opposto dell’opportunista quindi. Fu ad esempio chiamato l’amerikano perché aveva superato l’ anti-americanismo di maniera, ancora in auge fra i comunisti del tempo ( e anche di oggi). D’altra parte, restò sempre nel PC e sue evoluzioni da quando aveva 19 anni: come si fa a dire che era uno che cambiava casacca come più gli conveniva!!

 Stranamente poi si è parlato di opportunismo di Napolitano nella vicenda della formazione del governo Monti; ma, Napolitano ha perseguito in quel caso una opportunità  del paese, non certo sua personale . 

Certo ,gli italiani non  sarebbero stati felici se l’Italia fosse caduta in default con perdita di posti, i inflazione alle stelle ecc. ecc.
Ad evitare il default fu l’azione pronta e decisa di Napolitano . Poi si può pensare che la colpa fu tutta di Berlusconi o anche di una specie di complotto internazionale o dei marziani ma presumibilmente  senza l ‘azione di Napolitano saremmo caduti nel default.
Monti divenne presidente del consiglio a novembre del 2011 e fermò lo corsa folle dello spread che ci mandava in default e questo anzi precipitò quasi immediatamente
.

Guardate i fatti non le fantasie. Non fu un colpo di stato di Napolitano: Berlusconi si dimise spontaneamente e votò egli stesso il   governo Monti come la quasi totalità delle camere.

Eppure, c’è chi favoleggia che la mossa di Napolitano era rivolta  a favorire non si sa bene quali oscuri interessi  e che la chiamata di Monti aveva lo scopo di impedire nuove elezioni che avrebbero rovesciato la classe politica: ovviamente pura fantasia.  

D’altra parte fare le elezioni in un momento in cui incombeva  il default sarebbe stato una follia. Anche dal punto di vista costituzionale sciogliere le camere quando c’era un governo con il 90% dei voti di fiducia sarebbe stato questo un vero colpo di stato.

 Non bisogna confondere la moral suasion con il complotto: il primo indica che il presidente dice cose giuste da tutti riconosciute come tali, il secondo invece che si compie qualcosa contro la volontà generale . Il governo Monti ottenne un consenso nel parlamento e anche nel paese maggiore di qualunque  altro governo :quindi Napolitano nel promuoverlo esercitò una prestigiosa moral suasion non certo ordì un complotto.