di Mario Pizzoli
Sogno un Paese diverso. In realtà sogno un mondo diverso, ma mi accontenterei che a cambiare fosse il mio paese (NB Vale per chiunque e dovunque)
Sogno un Paese dove io possa lavorare per vivere e non vivere per lavorare, dove il mio benessere personale, in misura giusta, è parte della mia giornata lavorativa.
Sogno un Paese dove se lavoro bene, e faccio ciò che mi è richiesto, vengo pagato il giusto, e non trattato come se mi stessero facendo un favore a farmi lavorare.
Sogno un Paese dove il mio datore di lavoro guadagna il giusto, più qualche extra, in ragione del mio, di lavoro, non 1000 volte quello che guadagno io.
Sogno un Paese dove pagare le tasse sia giusto, equo, progressivo e praticato da tutti, e dove si persegue chi le evade per dolo
Sogno un Paese dove chi fa politica, ben remunerato, fa gli interessi dei cittadini, e non solo di alcuni, o magari solo i propri.
Sogno un Paese dove chi promette qualcosa in campagna elettorale poi trova il modo di mantenere tali promesse, o dove non si promette ciò che non si può realisticamente mantenere.
Sogno un Paese dove chi amministra la giustizia lo fa perché ci crede, e lo fa per rendere migliore la vita di chi subisce angherie e reati, rendere inoffensivi chi i reati li commette, e rieducare chi sbaglia occasionalmente.
Sogno un Paese dove chi sta meglio aiuta chi sta peggio, senza farsi troppe domande, e in ragione delle proprie possibilità senza dover essere giudicato
Sogno un Paese dove ci si possa esprimere in ragione delle proprie scelte di vita senza dover per forza essere etichettati in etichette di conformità, e dove spostarsi nel mondo sia una scelta consapevole di libertà e non una necessità o il frutto della disperazione.
Sogno un Paese dove non sia necessario legiferare per tutelare chi è donna, gay, trans, non binario, o sessualmente attivo, passivo, o che fa comunque scelte individuali che hanno impatto solo ed esclusivamente sull’individuo.
Sogno un Paese dove essere donna non è una condizione di diversità, ma uno status biologico intimamente, legalmente, socialmente e antropologicamente indistinguibile dall’uomo, e dove nessuna regola deve imporre che si debba preferire l’uno o l’altro in nessuna delle attività di relazione dell’individuo.
Sogno un Paese dove l’opinione dell’individuo, legittima, non sia considerata una scemenza perché la dice chi non ci piace, ma perché sono in grado di dimostrare che lo sia.
Sogno un Paese dove essere realisticamente e obiettivamente esperti in un determinato settore della conoscenza umana implichi che non si debba discutere alla pari con chi non abbia una conoscenza seppur minima di tale settore, e dove l’essere esperti sia oggettivabile, contro la semplice concettualizzazione di opinioni astruse.
Sogno un Paese dove la proprietà sia rispettata, se ottenuta legalmente, e non utilizzata per opprimere il prossimo.
Sogno un Paese dove il rispetto del prossimo sia fonte di soddisfazione e non segno di debolezza
Vorrei aggiungere altre migliaia di desideri alla lista, che sarebbe infinita. Anche e soprattutto che sogno un Paese dove la fame e la povertà siano sconfitte del tutto e per sempre.
Ok, sono fesso, ma non fino a questo punto…
