di Giuseppe Ardizzone
Clint Eastwood con questo film ,dedicato alla figura di Richard Jewell , ritorna a sottolineare l’importanza dell’impegno civile , quasi dell’eroismo personale , che è stato sempre un valore all’interno della storia americana, nella difesa della legalità e nella lotta contro un potere ingiusto. Questo, sia che fosse esercitato dalla delinquenza, dal potere economico o addirittura da rappresentanti delle istituzioni.
In fondo , possiamo scorgere una continuità con i tanti personaggi, da lui stesso interpretati, dell’epopea del West in cui un singolo uomo di valore lottava per la sua vita, scontrandosi spesso con la prepotenza e ripristinando l’ordine e la vivibilità in una piccola comunità.
L’azione esemplare del singolo la ritroviamo nel suo capolavoro “ Gran Torino “; ma, anche in “Sully “ dove nonostante l’eroico pilota abbia salvato i passeggeri dell’aereo viene messo sotto inchiesta dalla sua Compagnia .
Tutta la cinematografia americana ci ha abituati al valore dell’azione individuale come garanzia della qualità della vita sociale. Pensiamo nel passato a film come “ L’ultima minaccia “, dove una grande Humphrey Bogart conduce un’importante battaglia giornalistica contro la corruzione, o al recente “ The Post” di Spielberg legato alla pubblicazione di documenti sulla guerra nel Vietnam.
In questo film, Eastwood difende la memoria e l’impegno di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che lavorava per la AT&T e che , pur riuscendo ad evitare una strage dando l’allarme bomba alle olimpiadi di Atlanta del 1996 ,dopo essere stato considerato un eroe venne ingiustamente sospettato di terrorismo dall’FBI e diffamato dai giornalisti.
L’inchiesta a suo carico durò oltre tre mesi e per tutto questo periodo Jewell fu al centro di un’attenzione negativa ed ossessiva da parte del sistema mediatico.
Richard Jewell ,dopo la sua completa riabilitazione, riuscirà nel suo sogno di lavorare come poliziotto; ma, purtroppo, morirà a soli 44 anni per le conseguenze del diabete. per la costruzione del film
Eastwood e Billy Ray, lo sceneggiatore, si sono basati ,per la costruzione del film, sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare: The Ballad of Richard Jewell” di Marie Brenner e sul libro-inchiesta “Suspect: An Olympic Bombing, the FBI, the Media, and Richard Jewell, the Man Caught in the Middle” di Kent Alexander.
La narrazione del film descrive l’impegno di Jewell nel suo lavoro e il dramma vissuto dallo stesso quando diventa oggetto del sospetto e quasi di una generale condanna. Da un lato possiamo assistere alla sua crescita personale ed alla forza dell’impegno civile del suo avvocato difensore e della madre, ma dall’altro il film esprime una piena condanna della superficialità ed inconsistenza con cui vengono condotte le indagini da parte dell’FBI e le responsabilità personali di un uso scorretto dell’informazione in particolare da parte della giornalista Kathy Scruggs, dell’Atlanta Journal-Constitution interpretata da Olivia Wilde.
A questo proposito, bisogna dire che il film ha suscitato proteste e polemiche in quanto ha descritto la giornalista come una persona spregevole , assetata di “ scoop” e disposta ad ottenere informazioni da un agente FBI attraverso uno scambio di favori sessuali.
Il fatto che nel film Eastwood non abbia usato neanche la cautela di uno pseudonimo per presentare questo personaggio, lo ha esposto all’accusa di aver diffamato a sua volta la memoria della giornalista ( morta nel 2001 a 42 anni).
Ritornando al messaggio che il film ha voluto portare avanti, mi sembra molto bella la frase con cui Richard HJewell ,durante un interrogatorio, sottolinea il fatto che metterlo sotto accusa in quel modo, senza un minimo di prove valide, creerà il precedente di scoraggiare chiunque si troverà un giorno nella sua stessa situazione a compiere il proprio dovere ed evitare le conseguenze tragiche del possibile scoppio di una bomba.
Con questa frase Eastwood sottolinea in pieno la sua solidarietà con l’agire del suo protagonista ed il valore dell’impegno eroico personale come essenza fondamentale della qualità della società americana.
Ottimo il cast degli attori fra cui Paul Walter Hauser ( Richard Jewell),Sam Rockwell ( l’avvocato: Watson Bryant),Kathy Bates ( la madre Barbara “Bobi” Jewell) e Olivia Wilde ( Kathy Scruggs). La Bates ha ricevuto la candidatura per la miglior attrice non protagonista sia all’Oscar 2020 che al Golden Globe.
Se ci fai caso, di norma nei film americani i personaggi buoni sono interpretati da dei divi belli come il sole, quelli cattivi invece toccano a degli attori brutti come il peccato: in pratica, Hollywood ha rispolverato il vecchio principio del kalòs kài agathòs che i classicisti conoscono benissimo.
Ebbene, Clint Eastwood si è divertito a ribaltare questo stereotipo: infatti in Richard Jewell i personaggi positivi sono brutti, grassi e sgraziati, quelli negativi invece sono interpretati da dei belloni come Olivia Wilde e Jon Hamm. Penso che questa scelta sia funzionale a lanciare il messaggio che non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze, un messaggio che ritroviamo in maniera più evidente anche in altri film Clintiani (Un mondo perfetto e Gran Torino).
Di Richard Jewell ho apprezzato anche un’altra scelta in controtendenza, che adesso cerco di spiegarti.
Di norma i film sul giornalismo tendono a santificare i reporter, e a raffigurarli come degli eroi che combattono coraggiosamente contro dei nemici cento volte più potenti di loro pur di far conoscere la verità al mondo; Clint Eastwood ha deciso di andare nella direzione opposta, focalizzandosi su quei giornalisti che invece inseguono il successo personale a tutti i costi, e pur di mettere le mani su uno scoop non si fanno alcuno scrupolo a raccontare falsità e a rovinare la vita delle persone.
Il pubblico è rimasto spiazzato da questo nuovo modo di raccontare il giornalismo al cinema, non l’ha apprezzato e quindi Richard Jewell è stato un insuccesso al botteghino. Ma io ritengo che sia un ottimo film, e che Clint Eastwood sia solo da ammirare per la volontà di esplorare strade nuove anche adesso che ha 90 anni suonati. Hollywood è piena di registi che all’anagrafe hanno la metà dei suoi anni, ma dal punto di vista cinematografico sono vecchi il doppio di lui.
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Condivido le tue osservazioni. Grazie per il commento
Giuseppe Ardizzone
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Grazie a te per la risposta! 🙂
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