di Salvatore Venuleo

Sono tornato al cinema ieri, dopo mesi. Pensavo che Tenet di C. Nolan, così pubblicizzato e diffuso in tante sale, fosse l’occasione giusta. Non lo era. A parte il clima emergenziale che si respirava a Cineland, la multisala di Ostia. Come il mio vecchio compagno di banco con cui condivido spesso film ed altro pensavo dapprima di avere sbagliato e che la multisala fosse inattiva. Non vedevo né auto né persone ed il locali di intrattenimenti vari erano chiusi. Invece era aperto. Consegno alla cassa, come richiesto, i miei dati identificativi, mi sottopongo alla misurazione della temperatura ed entro in sala Una quindicina di spettatori distribuiti su 5 file. E lì inizia una sofferenza durata due ore e mezza. Durante il lungo tormento, col mio amico mi sono consultato. “Andiamo via”? Ho appreso che il film ha richiesto al suo celebre autore -regista, sceneggiatore e produttore – anni ed anni per preparazione e messa in opera. Un po’ si capisce. Si avverte lo sforzo immane degli effetti speciali e si avverte il tentativo di dire qualcosa di intelligente, di molto intelligente. Ma le intenzioni non garantiscono il risultato. Il protagonista G. D. Washington – che fa assai rimpiangere sia il famoso padre sia tutti gli interpreti di Bond – è impegnato in una serie interminabile di azioni in una dinamica della quale capire il senso è cosa pesante. Infatti vi ho rinunciato. Salvo nel mio giudizio K. Branagh nella parte del cattivo. Una sorta di perla sprecata.

A sera in Tv ho scelto quella che era presentata come una “commedia romantica”, “Un profilo per due”, film francese del 2017 di S. Robelin, con P. Richard (ottimo e preciso). Sarò superficiale, a maggior ragione avendo sparato a zero su Nolan, ma la “commedia romantica” mi ha preso. Con temi attuali, “realistici” e largamente marginalizzati dal cinema. Un ottantenne vedovo che scopre tardivamente la rete. Un ottantenne dalle pulsioni erotiche sollecitate dai siti di incontri. Un ottantenne che diventa allievo. Perché nella rete i maestri sono i giovani e i giovanissimi. Un ottantenne che – come Cirano – ha bisogno della figura gradevole di un giovane per non deludere la conquista virtuale di una giovane avvenente. Soprattutto comunque il tema, ignorato da sempre, della sessualità degli anziani. Avrebbero potuto scaturirne due o tre capolavori. Ne è scaturito un buon film, gradevole e non noioso come il superdinamico, superpubblicizzato e supermilionario “Tenet”.