di Giovanni De Sio Cesari

Gravità dl conflitto

Unanime è la condanna della Russia come aggressore: non si può che essere d’accordo anche se qua e là compaiono dei distinguo. Ma a noi sembra che tale condanna si basi quasi esclusivamente su un fatto formale:  è la Russia che ha invaso lo stato sovrano dell’Ucraina  in violazione di ogni legalità e convenzione internazionale; nessun dubbio.

 A nostro parere, tuttavia,  il vero problema è che questo atto sconsiderato può essere il detonatore di infiniti nazionalismi e irredentismi che possono divampare in tutto lo spazio geografico e culturale  della ex URSS ed ex impero russo, innescando tragedie simili a quella della Bosnia ma dalle proporzioni infinitamente più ampie. Anche a Sarajevo, da sempre, avevano convissuto senza problemi mussulmani, croati e serbi prima che, per un nazionalismo sconsiderato, tutto prendesse fuoco.
Io direi che con la dissennata dissoluzione dell’URSS è stato veramente un miracolo che non siano esplosi i conflitti etnici se non ai margini ( Azeri, Armeni, Georgiani, e la tragica Cecenia) .

L’URSS, come la Russia zarista, era un enorme paese in cui convivevano mescolate etnie diverse. Nel momento in cui, nel 91, ogni repubblica ha proclamato la sua indipendenza (come era previsto teoricamente dalla costituzione del 1924), la popolazione di riferimento risulta mista, con in genere una minoranza fra un 1/3 e 1/4 di russofoni, mentre la Russia ha più o meno la stessa minoranza di altre etnie. In questo contesto, quindi,  lo scoppio dei nazionalismi, degli irredentismi rischia di diventare una catastrofe senza fine. Ad esempio, in Estonia si è imposta la lingua estone (cioè il finlandese) che per i russi è quasi impossibile da imparare, per cui gli stessi furono discriminati ed emarginati : ma, l’Estonia faceva parte della UE e non successe niente.
Sarebbe saggio, quindi, che ogni repubblica, benché indipendente, comunque avesse buoni rapporti con la Russia come lo era anche per l’Ucraina prima della Rivoluzione Arancione e soprattutto dopo i fatti del Maidan di Kiev nel 2014.
Per quanto riguarda la legalità,  la storia è una infinita sequela di patti violati e non per la malvagità di alcuni ma per le esigenze della politica stessa. La  legalità avrebbe bisogno infatti di un’autorità che la faccia valere; ma, a livello internazionale, non c’è purtroppo nessuna autorità in grado di farlo. Il tentativo del ONU è miseramente fallito.
Non è stata la volontà di rispettare la legalità o i patti per far cessare le infinite guerre che hanno per secoli insanguinata tutta l’Europa, ma il sorgere di un nuovo modo di pensare dopo i disastri delle due guerre mondiali.
 Si dice che “pacta servanda sunt”  ma questo vale solo “sic stantibus rebus”: se la situazione cambia il patto non conta più.

Nel 1991 si era parlato, negli accordi di Minsk, di Comunità degli Stati Indipendenti: cioè ogni stato era si indipendente, ma faceva parte di una comunità: un po’ come il Commonwealth britannico , o la UE.
Si è mantenuto il principio della Comunità degli Stati Indipendenti? Sembra proprio di no.

Vediamo  di chiarire meglio la situazione dell’Ucraina,  della quale in effetti nel mondo occidentale  si conosce ben poco.

Dal punto di vista del diritto, la Russia ha invaso uno stato sovrano: l’Ucraina, non c’è dubbio. Ma l’Ucraina è sempre stata russa, , un terzo dei suoi abitanti sono russi, tutti gli ucraini parlano anche il russo , moltissimi ucraini abitano in Russia, ci sono tantissimi matrimoni fra russi e ucraini per cui in effetti si pone quasi come una guerra civile.
Il rapporto è simile a quello fra Spagna e Catalogna.

Le origini del conflitto

L’Ucraina richiama la sua identità alla Rus  di Kiev, uno stato fondato da avventurieri vichinghi nel IX secolo. In seguito, questa entità entro in crisi e fu travolta nel 1240 dall’invasione dei mongoli di Gengis Kan e tutto il territorio fu per secoli  tributario dei tatari ( noi diciamo tartari), cioè di popoli islamici  residui dell’impero mongolo. Nel ‘500,  il granducato di Mosca si rese indipendente e  per secoli si è espanso fino a raggiungere l’estensione dell’immenso impero dello zar: dallo stretto di Bering alla Polonia, dalla  Finlandia al Kazakistan.

L’ Ucraina fu contesa fra Polacchi, tatari e varie fratellanze cosacche fino alla meta del ‘600 quando l’Ataman Bohdan Khmel’nytsky firmò il trattato di Pereyaslav in seguito al quale si ebbe l’annessione dell’ Ucraina all’impero dello Zar(questi fatti sono lo sfondo storico  dal romanzo  di Sienkiewicz  e del relativo film “Col ferro e con il fuoco “).

Invece, la parte occidentale, la Galizia ( oblast di l’viv attualmente) fu polacca fino alla fine del 700, austriaca fino al 1918 e tornò alla Polonia fino alla II guerra mondiale,  quando divenne russa per la prima volta.
L’attuale Ucraina comprende, poi, anche territori abitati da russofoni, circa un terzo della popolazione.

Esistono quindi tre ucraine:

a)la Galizia (nome desueto, intorno a Leopoli) greco-cattolica che è sempre stata nell’orbita occidentale ( polacca e austriaca) ed entrata nell’ Urss solo nel 1945,

b) la parte centrale (Minsk) ortodossa e facente parte della Russia dal ‘600

c) inoltre una ampia zona da sempre russofona ( il Donbass ne è solo una parte).

Inoltre, Kruscev aveva aggiunta la Crimea per continuità territoriale, ma che non c’entrava  niente storicamente o etnicamente.

Aggiungerei pure che poi non è facile distinguere  russi e  ucraini visto che hanno formato un unico stato da 350 anni. Tutti gli ucraini parlano anche il russo, i russi che abitavano l’Ucraina non parlavano ucraino ma negli ultimi anni lo parlano (lingua della scuola); quindi, in pratica, tutti gli abitanti dell’Ucraina sono bilingui. La differenza è la lingua che parlano nell’ambito familiare: in fondo è come con i nostri dialetti.

Fino al 2005 i governi ucraini erano decisamente filorussi o avevano almeno ottimi rapporti. L’emigrazione ucraina verso i paesi dell’Occidente, molti in  Italia, ha portato però la popolazione ad orientarsi verso  gli occidentali ed è prevalsa l’idea che entrare nell’Unione Europea avrebbe potato l’Ucraina allo sviluppo e benessere che gli emigrati avevano trovato in Occidente.

Abbiamo cosi nel 2005 la Rivoluzione Arancione,   un moto spontaneo di popolo che ha portato  l’Ucraina a chiedere  sempre più insistentemente, ma vanamente,   di far parte della UE.

Sono cosi sorti i problemi  di rapporto con la Russia,  che, in qualche modo, ritiene di svolgere un ruolo egemone nelle repubbliche ex sovietiche. e si dice minacciata dall’allargarsi della UE e della Nato.

 Si è parlato molto di missili troppo vicini alla Russia,  ma ci sono  già in  Estonia a pochi chilometri  da Pietroburgo,  Polonia e Turchia sono ai confini russi, sommergibili nucleari sono dappertutto: non credo affatto che poi farebbe grande differenza se fossero schierati anche in Ucraina; nessuno pensa ad una guerra nucleare.

Il problema mi pare, invece, che Ucraina e Russia sono culturalmente, etnicamente molto vicine, fanno parte dello stesso mondo per cui una occidentalizzazione della Ucraina potrebbe estendersi anche alla Russia. Secondo me, sarebbe un bene per la Russia ma Putin è di diverso parere. Si noti che l’Ucraina-stato è molto più vasto della Ucraina nazione , si estende per una immensa fascia fra la Russia e il Mar Nero, tutta una zona che veniva percepita come Russia meridionale.

Nel 2014 fu il punto di rottura: con violente dimostrazioni che presero  il nome della Maidan (in ucraino: piazza) di  Kiev ( o Kyiv in ucraino). La dirigenza, che voleva mantenere buoni rapporti con la Russia, fu defenestrata  nella speranza di entrare nella Unione Europa. In seguito, la nuova dirigenza fu poi eletta democraticamente; tuttavia, l’Occidente non ha mai accettato  l’ Ucraina nella UE e tanto meno nella NATO.

Io ho sempre detto agli amici ucraini che il loro era un sogno, che non si sarebbe avverato perché gli occidentali non li avrebbero accolti, come infatti è avvenuto negli ultimi 6 anni e sono restati soli contro i Russi.

Del tutto improvvidamente, in quella occasione, si proclamò l’Ucraino sola lingua ufficiale che fu il pretesto per la conseguente insurrezione del Donbass abitata da russofoni e l’annessione della Crimea da parte della Russia, poi legittimata con un plebiscito popolare. Annessione per altro mai riconosciuta  formalmente dall’Ucraina e dall’Occidente.
Ricordo che a L’viv ( non so se in tutta l’Ucraina ) si proclamò il giorno del russo in cui cioè tutti parlavano solo russo, ma ormai era troppo tardi.

Da allora, l’Ucraina è entrata in crisi; ha sopportato una guerra civile che si trascina da 6 anni, con 14 mila vittime stimate, impedendo alla già disastrata economia ucraina di svilupparsi, né tanto meno di entrare  nella UE.

La nuova dirigenza poi diede pessima prova di sé e quindi fu eletto un outsider, un attore ,Zelenski , un po’ come il nostrano Grillo del  M5S.

L’attuale invasione è addossata universalmente  tutta alla follia di Putin; tuttavia non si può spiegare la storia dicendo che quello è pazzo e  quell’altro è scemo. Se un avvenimento accade è perché vi sono le ragioni per cui accade, che vanno individuate e comprese. Tutto molto giusto; tuttavia, a un certo punto c’è qualcuno che prende una decisione, magari una folla, una nazione intera. Ma la scelta può essere errata e in genere, con il senno di poi, si capisce chi ha sbagliato.

Ora, anche se esistevano i motivi, Putin ha fatto un grave errore a scatenare questa guerra.
Presumibilmente , Putin non pensava di conquistare l’Ucraina ma solo di dare un forte scossone, magari prendere Kiev e far fuggire il governo. Ma i fatti hanno sorpreso non solo Putin ma un pò tutti: gli Ucraini che si battono alla disperata, l’opinione mondiale insorge, la Nato che offre armi, le sanzioni che mettono in crisi la già povera economia russe
Le guerre lampo non sempre riescono : conquistare tutta l’Ucraina è cosa troppo difficile; la storia è piena di errori. di cantonate, di previsioni sbagliate., come lo è la vita privata.

Soluzioni

Quello che maggiormente si deve temere  è che cosi il conflitto possa andare avanti un tempo indefinito.

La pace è un equilibrio difficile in cui si cerca di tener conto delle esigenze di tutti e non sempre si riesce. Nessun dubbio che  l’aggressione sia dei Russi ma
possiamo arrivare alla fine del conflitto senza che Putin ottenga qualcosa ?
Questi sono i problemi da considerare, fermo restando che a violare la legalità sia stata la Russia e solo la Russia.

Si dice spesso che non c’è pace senza giustizia, ma non è vero. Ciascuno pensa che si trovi dalla parte della giustizia ( lo pensava anche Hitler) e non c’è un criterio unico per individuarla. Allora, l’unica strada per la pace si trova con un accordo, un compromesso fra le parti. Anche da noi  ci sono alcuni che pensano che Putin abbia ragione. Se gli Ucraini pensano che devono fare trionfare la giustizia, che ritengono tutta dalla loro parte, avremo guerra e poi guerra e poi ancora guerra. Avremo tanti giovani soldati uccisi con il pianto delle madri e delle spose, la fuga di gente terrorizzata , le città distrutte e cosi via. Se vogliamo evitare tutto questo, dobbiamo cercare un accordo, un compromesso. Non chiederci chi ha ragione e chi ha torto, perché ciascuno ritiene che ha ragione e l’altro torto.
Ci sono momenti nella storia in cui la guerra è inevitabile  ma non è questo il caso. Questa guerra è senza senso, chiunque la vinca non cambierà la vita della gente. Alla fine, se per assurdo l’Ucraina tornasse a far parte della Russia, la vita reale della gente dell’Ucraina non cambierebbe molto.
Quando i tedeschi arrivarono a l’viv furono accolti come liberatori ma poi rivelarono il folle piano di asservire gli slavi : in questo caso non c’era altra soluzione della guerra . A Karkov (ora Karkiv per gli ucraini ) si combatterono quattro battaglie nella II Guerra Mondiale con centinaia di migliaia di morti ( forse  mezzo milione) ma ora combattere per Karkov è una inutile follia