di Giovanni De Sio Cesari ( pubblicato da  Italianotizie)

Il primo  luglio in tutta la Cina è stato celebrato il centesimo anniversario  della nascita del partito comunista cinese,  avvenuto in un piccolo edificio di Shangai,  in settore allora francese, da parte di una quindicina di persone fra cui Mao Zedong, allora ventottenne. In verità il fatto avvenne  il 23 luglio e non il 1, ma Mao ricordava il primo e quindi questa è la data ufficiale: una semplice curiosità.

I festeggiamenti sono stati tutti entusiastici e davvero spettacolari, crediamo, come mai prima nella storia. Invitiamo  a vederne una selezione al seguente sito

庆祝中国共产党成立100周年文艺演出《伟大征程》在京盛大举行

Il discorso ufficiale è stato tenuto dal presidente Xi Jinping, nella piazza Tienanmen  affollata da 70 mila cittadini. Per l’occasione Xi , incredibilmente, indossava una casacca simile a quella dei tempi di Mao, tanto in voga anche da noi negli anni 70, invece del solito abito all’occidentale per rimarcare, crediamo. la continuità del partito.

Ha gridato alla folla esultante che  il popolo cinese non permetterà mai a nessuna forza straniera di bullizzarlo ,  e che chi  tenterà di farlo, si romperà la testa sulla nuova Grande Muraglia  costruita con il sangue e la carne di 1,4 miliardi di cinesi.  Ha ribadito   che la riunificazione di Taiwan è una missione storica da perseguire con  grande determinazione così come difendere la sovranità nazionale  anche a Hong Kong e Macao ( quindi a Hong Kong possono dimenticarsi le garanzie democratiche ).

La gran parte del discorso di Xi  ha riguardato i successi del Partito Comunista nei 100 anni, compreso anche il periodo di Mao Zedong creando una “società moderatamente prospera” (‘xiaokang shehui’), rifiutando prediche ipocrite da parte di coloro che sentono di avere il diritto di impartirci lezioni. Con questo  si intende contrapporre il sistema  cinese a quello occidentale  democratico  senza alcun complesso di inferiorità: solo  il socialismo della via cinese è  adatto alla Cina e quindi nessuna  apertura  per i principi occidentali  di  diritti umani e simili.

 Quello che colpisce noi occidentali è l’asserito senso di continuità del partito comunista  che viene considerato come un tutto unico. Incredibilmente,   il regime di Mao con i suoi fallimenti economici, con la morte per fame di milioni di persone per il fallimento del Balzo in avanti, con le follie  della Rivoluzione culturale che ridusse all’estrema miseria tutta il paese, viene messo in linea di continuità con le riforme di Deng Xiaoping che hanno avviato la Cina sulla via della prosperità, adottando pragmaticamente un sistema chiaramente e fortemente capitalista,  portando il paese ad essere la seconda potenza industriale del mondo.

Nei paesi europei il crollo del  comunismo è stato  drammatico: tutto è stato travolto e si cancellano fin le vestige dell’antico e odiato sistema : le statue di Stalin e di Lenin sono sparite, perfino Leningrado ha ripreso il vecchio nome di  Petroburg ;mentre, in Cina le  gigantografie di Mao campeggiano dovunque .

In Cina, invece, il passaggio dal comunismo a un liberismo , keynesiano diremmo noi, è stato tutto gestito dall’alto  e il tentativo popolare di gestione del passaggio dal basso di Tienanmen fu soffocato nel sangue senza  troppo imbarazzo. Fu addirittura coniato un riconoscimento per i militari che vi avevano partecipato.

Simbolicamente allora XI veste l’abito dei tempi di Mao quasi  ne fosse il continuatore.

I  cinesi fanno sempre l’esempio della Russia che, rompendo la continuità e abbracciando i principi democratici occidentali ( in verità. molto per modo di dire), ha avuto enormi problemi,  mentre i cinesi con la loro continuità hanno avuto una  rinascita davvero prodigiosa.

 Il partito comunista allora diventa una specie di nuovo Celeste  Impero.

Ci possono essere degli errori, dei momenti di difficolta  e  decadenze, ma la Cina esisteva  in quanto esisteva l’impero ed oggi esiste in quanto esiste  il partito comunista;   quindi nessuno ricorda più i milioni di morti per fame e le follie  del maoismo :  sono errori che  ci sono in tutti i regimi e sono da dimenticare e quindi evviva il  partito che ha fatto rinascere la Cina  dalle rovine dell’impero di mezzo.

Il partito può cambiare linea ma è sempre il partito.