di Giovanni De Sio Cesari

Alla  fine dell’ottobre scorso è stato celebrato il XX congresso del partito comunista cinese (vedi qui ) che ha visto la completa vittoria di Xi  sotto ogni aspetto. Ma i toni trionfalistici con i quali  esso si è svolto non corrispondevano alla  realtà effettiva  del momento storico che può essere considerato il peggior momento della storia recente cinese dalla fine del maoismo. L’economia ristagna, la guerra in Ucraina ( vedi qui) con il conseguente appoggio anche se moderato e limitato alla Russia  determina incertezza sul futuro della economia così come  il problema  di Taiwan (vedi qui)  getta una luce inquietante sul futuro politico. Ma il punto emergente, il più importante del momento  è l’esplosione dell’epidemia di Covid. Il modo di combatterla è stato visto dalla Cina quasi come una prova  di efficienza del regime stesso, un prova della sua superiorità,  una specie di competizione pacifica con l’Occidente democratico (vedi qui).

 In effetti nel primo momento  la Cina è apparsa ben più efficiente dell’Occidente: il regime in Cina è stato in grado di imporre misure severissime, impossibili nelle democrazie occidentali, che hanno ridotto i danni dell’epidemia veramente al minimo, con pochissimi decessi e scarsissima diffusione, mentre in Occidente  e nel resto del mondo il Covid dilagava.

Il risultato, tuttavia, è stato raggiunto con una politica severissima: solo qualche caso provocava un rigidissimo Lokdown per decine di milioni di persone.  Le vaccinazioni sono andate molto al rilento, piccole  le percentuali dei più anziani e quindi dei più esposti perché si sono privilegiati quelli in età lavorativa. Soprattutto, il nazionalismo cinese ha impedito di acquistare i prodotti ben più efficienti dell’Occidente  e ci si è affidati ai prodotti cinesi di non grande efficacia. Dopo circa due anni l’economia è entrata in difficoltà  sempre maggiori e la gente comunque  non ne poteva più. Sono allora scoppiate manifestazioni popolari generalizzate in tutto il paese, una cosa mai vista prima in Cina. Ai tempi di Mao milioni di cinesi morirono di fame per la politica folle del Balzo in avanti voluta da Mao ma  incredibilmente non si ebbero proteste e nessuno ne seppe niente o quasi,  soprattutto all’estero. Ora, invece, le proteste  non possono essere represse con il terrore  dei  tempi bui e feroci di Mao.  A un certo punto il regime ha dovuto cedere alla pressione popolare, una vera novità per la Cina. Quindi rapidamente la severissima politica del contenimento  tramite isolamento  è stata abbandonata.  Ma in una popolazione non adeguatamente vaccinata  il fatto ha avuto e può avere conseguenze disastrose. La Cina non fornisce più dati, ha imposto di non considerare deceduti per Covid quelli che hanno anche altra patologia. Praticamente  questo comporta il quasi azzeramento dei  morti per Covid perché esso è letale  proprio per le persone non più giovani e con patologie e solo raramente, molto raramente risulta  letale per persone perfettamente sane.

 Non sappiamo bene cosa stia accadendo in Cina ma da quanto si viene comunque a sapere  gli ospedali sono ormai pieni, le farmacie vuote,  milioni di persone si infettano ogni giorno e decine di migliaia muoiono, non si riescono nemmeno a cremare i cadaveri. Presumibilmente in Cina il Covid dilagherà senza alcun freno  coinvolgendo la maggior parte della popolazione e causando molti milioni di decessi

La sfida pacifica con L’Occidente, che sembrava vinta all’inizio, ora appare persa. Se consideriamo poi le altre difficoltà che incontra oggi la Cina le conseguenze sono imprevedibili.

 Il regime cinese ha una specie di patto tacito con il popolo: il primo  ha una autorità assoluta, indiscussa e indiscutibile  ma il popolo vede o vedeva continuamente  miglioramenti economici tangibili e stupefacenti.

 Si dice che “mai nella storia si sono avuti tanti progressi per   numero cosi grande di persone in  tempo tanto breve”: ma è ancora vero, ancora la gente in Cina sente  questo progresso, un miracolo economico  simile a quello provato in Italia nel dopoguerra?

E se questo non fosse più vero, allora che avverrà? Nessuno può prevederlo.

Per il momento quello che più preoccupa l’ Occidente è  la creazione di nuove varianti che possano investire nuovamente e tragicamente l’Occidente  .